Da tre anni il rally che vuole rivivere lo spirito della Parigi – Dakar “africana” ha coinvolto Staff e piloti nei progetti umanitari della Fondazione
Sono passati 12 anni dalla scomparsa del centauro castiglionese Fabrizio Meoni, da quel lontano e triste 11 gennaio 2005; un tempo oramai lungo ma sempre onorato dalla volontà di dar seguito ai suoi progetti e ideali. La Fondazione Fabrizio Meoni, nel suo costante impegno, ha garantito e rafforzato la continuità dei progetti realizzati in vita da Fabrizio e di quelli promossi successivamente, in particolare le numerose partnership avviate con le donazioni pervenute nel biennio 2005-2006, quando ancora erano l’Associazione “Solidarietà In Buone Mani onlus” e Padre Arturo Buresti a guidare i progetti e i loro sviluppi. Oggi sono soprattutto le azioni in Senegal, a Dakar ma non solo, a costituire l’ossatura principale dell’eredità morale di Fabrizio Meoni; in un paese che alimenta forti flussi migratori verso l’Italia e L’Europa la Fondazione e i suoi partners tengono in piedi scuole, centri di accoglienza, asili e strutture sociali fortemente stabilizzatrici, ovvero in grado di evitare la rottura degli individui con il loro paese natale e tese a rafforzare la coesione e le opportunità di inserimento in situazioni da sempre caratterizzate dal degrado umano e sociale: ragazzi di strada, baraccopoli, donne e disabili senza sostegno, bambini e soggetti deboli.
Da circa tre anni la corsa Africa Eco Race, ideata dal veterano francese della Dakar Hubert Auriol, si propone come competizione volta a mantenere in vita le radici africane del più celebre tra i rally di ogni tempo, dopo lo spostamento oltreoceano della storica “Parigi – Dakar”; L’AER ha sposato la causa umanitaria iniziata da Fabrizio Meoni coinvolgendo Staff e piloti nel sostegno ai progetti di Dakar; Pal Anders Ullevalseter, pilota norvegese già compagno di sfide ai tempi di Fabrizio, la giovane pilota austriaca Julia Schrenk, il pilota Ander Berglund e altri ancora sono divenuti testimonial dei progetti e convinti sostenitori del buon lavoro che in essi viene fatto. Un segnale forte che negli ultimi anni ha motivato il successo della corsa africana mentre da oltreoceano i legami con la Paris Dakar si affievoliscono sempre più. Ne è convinto anche Gianluca Ferrini, anima del sito specializzato www.parisdakar.it secondo il quale “per gli addetti ai lavori la vera erede storica della Parigi Dakar è l’Africa Eco Race, che si corre in suolo africano e ha una forte vocazione eco sostenibile”.
Il 2016 ha portato anche immensa tristezza per la scomparsa a 41 anni di Lamine Djiba, Direttore delle due scuole di Dakar intitolate a Fabrizio e costruite dopo il 2005, gestite dalla Onlus milanese Oltre I Confini. Una grave malattia ha portato via un ragazzo africano mite quanto generoso e capace, giunto diversi anni fa nella grande capitale da un villaggio poverissimo dell’entroterra, per trovare lavoro e aiutare la sua famiglia. L’incontro con i volontari milanesi e poi con gli amici di Fabrizio gli concede una grande opportunità che lui dimostra di meritare, dedicando la sua vita al recupero dei bambini di strada e all’istruzione nelle baraccopoli. Oggi le due scuole sono riconosciute nel paese per l’altissimo grado di qualità didattica e sono divenute motore di sviluppo e cambiamento nella loro comunità. L’anno passato ha visto compiuta in larga parte la ristrutturazione della scuola “Fabrizio Meoni & amici d’Italia”, l’opera simbolo dell’impegno di Fabrizio. Per il Presidente della Fondazione Pierluigi Fabbri, “ristrutturarla era un impegno morale improcrastinabile che ha dato i risultati attesi. Nel 2017 metteremo tutte le energie nel nuovo progetto in Burkina Faso, per aiutare donne sfruttate in lavori pesanti e i loro bambini che avranno asilo, mensa e scuola elementare in un contesto di povertà purtroppo davvero primitiva”.
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