Mikael Persson

EnduroGP, Gran Premio del Portogallo. Vogliamo metterci una “X” e dimenticare?

Grevena è una cittadina della Macedonia che si apre, di solito in questa stagione, alla prima idea di vacanza estiva ideale, tipica della Grecia dell’interno. Ma non sempre funziona a questo modo, evidentemente. Quello che il centinaio di concorrenti del Campionato del Mondo di Enduro hanno trovato in Grecia è l’esatto rovescio della medaglia, l’esatto contrario di ciò che si auguravano. In due parole, anzi tre, un disastro meteorologico!

Pioggia battente, e quindi fango, e quindi terreni al limite dell’impraticabilità, quando non effettivamente impraticabili. Ma non è questo che può fermare un Endurista. Ci vuole ben altro, e adesso vi spieghiamo cosa, subito dopo esserci complimentati per le doppiette di Remes e Redondi, E1 e EJ, con Phillips e Larrieu, E3, Holcombe e Aubert, E3.

 

Per il Team Miglio Yamaha Yamalube la trasferta greca si rivela immediatamente una di quelle storie che andrebbero evitate, ma che non è possibile eludere perché sono sempre legate a un eccesso di casualità, di sfortuna. E infatti si inizia subito malissimo, già durante le prove generali di giovedì nell’area training. Jamie McCanney, che aveva appena superato la lunga fase di recupero dopo l’infortunio invernale, e che non aveva perso tempo tornando subito ai vertici e ottenendo due podi strepitosi in Portogallo con la Yamaha WR250F del Team, cade e si fa male a un piede. Tanto male. A caldo l’inglese irriducibile pensa a una brutta “botta”, e di poter riprendere, ma poco dopo il referto non lascia spazio ad alternative: frattura di tre metatarsi del piede. Discorso chiuso. Adesso per Jamie inizia una nuova corsa, quella contro il tempo con la speranza di riuscire a raggiungere la trasferta nordica del Mondiale, Finlandia e Svezia. Auguri McCanney.

 

Per Michael Persson, anch’egli in gara con la Yamaha WR25F gemella di quella del compagno di Squadra inglese, arriva il caso di due ritiri consecutivi, consumati nel medesimo modo e nello stesso luogo, per la verità devastato dall’acqua e dal fango, sabato e domenica, e con reazioni analoghe. Dapprima Persson lascia spegnere la Moto, poi la riavvia e manda il motore alle stelle, come per essere sicuro, poi poco più avanti si riferma. Infine riparte, ma per rientrare al paddock e annunciare a “Miglio” il ritiro. Da non credere, due volte consecutive. Migliorati, allora, prende la Moto del Pilota, la mette in moto e si avventura in uno degli acquitrini formatisi durante il diluvio greco. Avanti e indietro, a “manetta”, con l’acqua fino alla sella e senza risparmiare la meccanica. Ma non succede niente. La Yamaha WR250F va come un orologio.

Non resta che accettare, controvoglia e laconicamente, più che la situazione sgradevole il mistero che l’ha determinata. La Moto, apparentemente perfetta, torna a casa per un check totale, ma a detta di “Miglio” potrebbe tornare via terra, da Grevena a Bergamo.

 

Max Migliorati: “Sono scosso, deluso e inquietato. Roba “da non credere”, ha detto tutto bene Piero. Un mistero! Prima il povero Jamie, vittima incolpevole della propria determinazione a stare lì con i migliori, a giocarsela per il Titolo con commovente grinta. Poi la disavventura di Persson, che non posso spiegare, non solo agli altri ma anche a me stesso. Sono andato a provare la moto, l’ho “massacrata”, ma non è saltato fuori nulla, va alla perfezione. Capiremo a casa se c’è qualcosa che non ha funzionato, e perché. Per quanto riguarda la trasferta, vi prego di non fare gli spiritosi chiedendomi un “bilancio”. O no? Non saprei proprio. È una data da dimenticare? O è da ricordare come l’episodio di massima sfortuna della stagione del Team?

 

Mondiale di Enduro che si sposta a Nord, dove evidentemente troveremo l’afa. Finlandia a metà giugno, 11 e 12, Svezia subito dopo, il week end successivo.

 

Piero Batini

TMYY Press