“La giusta intenzione di censurare comportamenti scorretti ha finito per fare di tutta l’erba un fascio”
Confindustria Ancma ha sempre stigmatizzato la maleducazione che esiste in una minoranza di utenti di diversi veicoli, ma nello stesso tempo difende il diritto degli appassionati di praticare il proprio sport preferito, nel rispetto delle regole e della compatibilità ambientale. Sappiamo bene che occorre educare all’utilizzo dei mezzi, a 2 o 4 ruote, coloro i quali approcciano i percorsi fuoristrada e di conseguenza concordare con le autorità sul territorio i percorsi fruibili, senza provocare danni. Non serve tuttavia un pregiudizio contrario al fuoristrada tout court, molto meglio valorizzare tutti gli attori che si sforzano di promuovere comportamenti virtuosi e che svolgono un’attività di formazione in tal senso.
Il taglio del servizio trasmesso finisce per danneggiare chi pratica seriamente uno sport che avvicina alla natura e non vuole certo distruggerla. I costruttori di moto dedicate al fuoristrada sostengono un utilizzo responsabile e civile dei veicoli che sono regolarmente omologati e sono perfettamente conformi ai requisiti previsti dal Codice della Strada.
Confindustria Ancma mette a disposizione la propria esperienza per affrontare il tema nel rispetto delle diverse competenze e responsabilità e nell’ottica di favorire la condivisione dei regolamenti che consentano la pratica del fuoristrada senza condanne pregiudiziali.
Pierfrancesco Caliari, direttore generale di Confindustria Ancma, facendosi portavoce delle Case motociclistiche associate dichiara: “Le attività di moto cross e enduro, agonistiche e amatoriali, sono tutte legali; il primo si svolge all’interno di circuiti chiusi e autorizzati, quindi nel pieno rispetto di ogni normativa ambientale richiesta mentre il secondo viene praticato con motociclette regolarmente immatricolate e rispondenti alle regole vigenti in fatto di circolazione (assicurazione, bollo e targa) oltre alle normative legate alle emissioni. Il rispetto per l’ambiente è la prima regola alla quale si attengono i veri appassionati. Spesso i moto club puliscono e ripristinano i percorsi utilizzati. E’ un vero peccato che dal servizio di Striscia la Notizia tutta questa realtà, molto vitale e fatta di appassionati non sia stata evidenziata né menzionata, ma assimilata ai soliti ignoti, senza targa e a volto coperto, che nulla hanno a che vedere con lo spirito del fuoristrada, e che sono proprio coloro che il movimento cerca di contrastare. Lo sport enduro attraverso risultati e comportamenti ha dato lustro ed immagine al nostro Paese nel mondo. Nulla da eccepire se un mezzo di comunicazione evidenzia qualcuno o qualcosa che non rispettando le regole è causa di danno o disturbo ad altri, ma senza criminalizzare l’intero mondo dell’off road. Va anche detto che negli ultimi anni, senza avere mai interpellato i diretti interessati, con motivazioni quasi sempre prive di attendibilità sono stati preclusi al passaggio delle moto da enduro molti luoghi. I costruttori di moto da off road sono al fianco di chi fa dello sport enduro una passione fatta di regole e rispetto del prossimo.”
Ufficio Stampa FMI