Claudio Spanu

SANDRO E CLAUDIO SPANU, DALLA SARDEGNA AL CAMPIONATO ITALIANO UNDER23

 

Ciao Claudio, iniziamo a conoscere te, presentanti ai nostri lettori e raccontaci un po’ la tua vita Enduristica: quando hai iniziato e perché hai iniziato soprattutto.

Claudio: Ciao a tutti, sono Claudio Spanu, ho 14 anni e abito a Dorgali, in Sardegna. Fin da piccolo ho avuto la passione per le due ruote, mio padre è sempre stato motociclista quindi mi ha trasmesso l’amore per questa disciplina. Sono salito per la prima volta in moto a 4 anni e ho iniziato a fare i campionati regionali a 8 anni. Poi sono passato di categoria e ho iniziato a fare le prime tappe dell’ italiano MiniEnduro. Mi è sempre piaciuto quindi ho voluto continuare, grazie al sostegno della mia famiglia e di alcuni sponsor che ci danno un grosso aiuto.

Quest’anno approdi nel Campionato Italiano Under23 nella categoria 50 codice; che differenza percepisci tra questo campionato e quella dal quale arrivi, il mini?

Claudio: Le speciali sono sicuramente più lunghe, e questo significa più fatica e più preparazione per affrontare le gare. Ora, rispetto a prima, mi interessa di più l’aspetto della gara; curo di più la mia moto, mi piace sistemarla, e ci dedico più tempo.

Fino all’anno scorso facevi parte dei ragazzini ma eri dei “grandi”, qui, all’Under23, a 14 anni, sei tra i più piccoli e con meno esperienza. Questo ti mette in difficoltà, paura o no?

Claudio: Per ora ancora no; cerco di fare la mia gara e penso a divertirmi.

Tra i tuoi avversari c’è qualcuno che è qua già da un anno quindi ha fatto più esperienza nell’Under 23. Sei un po’ agitato per questa prima tappa?

Claudio: Un pochino si; sono un agitato più che altro perché è la prima gara.

Che cosa ti aspetti adesso da questa prova? Quale sarebbe il tuo sogno? Sicuramente quello di vincere ma magari un po’ di esperienza bisogna farla. Dove ti vuoi ritrovare domani sera?

Claudio: Sarebbe bello concludere la prova nei primi 5, ma credo che l’importante ora sia di portarla a termine.

Cinque prove, non sono comunque così semplici perché poi si andrà a girare tutta l’Italia, e girare l’Italia partendo da un’isola come la Sardegna è tutto fuorché facile. Le tue difficoltà di coniugare i tempi con lo studio e con l’attività sportiva quali sono?

Claudio: Per ora non ho tante difficoltà, a scuola vado bene e riesco a coniugare le due cose.

E quindi prendere la nave per venire a correre per te non è un problema?

Claudio: Prendere la nave stanca perché non riesci a dormire bene. Sento che sono più stanco e noto la differenza tra dormire in nave o dormire a casa mia o in camper.

Per te è una parte negativa, è un disagio quella di correre con piloti che invece non hanno questo problema di andare avanti e indietro? O lo superi con entusiasmo?

Claudio: lo supero con entusiasmo, ormai c’ho fatto l’abitudine anche perché non si può fare altro.

Papà Sandro cosa dice?

Sandro: Io sono sempre stato appassionato di moto. E come ogni appassionato di due ruote, appena ho potuto ho comprato una moto a Claudio; ho iniziato a farlo girare, soprattutto per vedere se andata, se gli piaceva. Lui si è subito dimostrato entusiasta, così abbiamo proseguito l’avventura. Abbiamo iniziato con le gare; prima due o tre prove di regionale, poi il campionato italiano MiniEnduro.

C’è un grande handicap per i piloti che praticano questo sport nelle isole: la difficoltà a confrontarsi, a scambiare i tempi con altri ragazzi, e quindi fare allenamento insieme. Questo crea dei problemi per Claudio e per la sua crescita sportiva?

Sandro: Credo che ci siano due i tipi di problemi. Uno è tecnico, relativo proprio allo sport, al fatto che ti alleni da solo piuttosto che con 20-30 ragazzini che  ti mettono in competizione;  l’altro sociale, nel senso che non riesci mai a coinvolgere altri genitori con altri ragazzini e magari unire un po’  le forze per andare avanti, fare gruppo e quindi di creare un ambiente piacevole quando vai a fare queste trasferte. Io e Claudio ci siamo sempre divertiti ma siamo sempre andati da soli ovunque.

Claudio, c’è stato un momento che proprio per effetto di questa solitudine sportiva, sei andato in crisi e hai pensato di smettere proprio perché eri da solo?

Claudio: No, perché alla fine è la mia passione. L’unica volta che sono rimasto un po’ male è stata alla presentazione del Trofeo delle Regioni; tutte le altre squadre arrivavano sul palco a gruppi numerosi, che occupavano tutto lo spazio, mentre noi eravamo solamente in due. Quel momento è stato un po’ imbarazzante.

Dal 30 settembre al 5 ottobre, in Sardegna c’è stato un grande appuntamento: la Sei Giorni di Enduro. Tu come l’hai vissuta?

Claudio: Assolutamente bello! Bello, bello, bello! Giravo continuamente su e giù per il paddock, non la smettevo più, mi piaceva tutto.

E tu Sandro?

Sandro: Io ho fatto tutta la Sei Giorni, ho dato una mano all’organizzazione e mi occupavo di un controllo timbro. Claudio invece, per problemi di scuola, l’ho lasciato venire solo il venerdì, il sabato e la domenica, ma credo che si sia divertito lo stesso. Ha girato un po’ per le speciali, ha visto i suoi idoli correre, e ha fatto un po’ di esperienza con me al controllo timbro, dove mi ha aiutato.

Claudio, la Sei Giorni cosa ti ha lasciato?

Claudio: Il desiderio di farla da grande!

Sandro: Per Claudio la Sei Giorni è il sogno da realizzare. Da parte mia gli ho sempre detto “ finché ci metti passione io sono disposto a rinunciare a tutto”.  Alla fine non mi interessa il risultato anche se comunque lo spirito agonistico ci deve essere; alla fine l’importante è fare le cose ognuno nelle sue possibilità, cercando di porsi un obiettivo; se lo raggiungi, vale più di una vittoria.

Ultima cosa: chi è il tuo campione preferito?

Claudio:  Antonio Meo.

Perché ti piace Meo?

Claudio: Oltre ad essere bravo in moto, credo sia un vero campione, anche fuori dall’aspetto motociclistico. Ad Olbia ho avuto la possibilità di parlarci e lui si è dimostrato molto disponibile; è simpatico e non pensa di essere superiore a nessuno, nonostante sia campione del mondo.

Secondo te Meo perché è diventato Meo?

Claudio: Perché c’ha creduto!

 
Monica Mori – Ufficio Stampa MaxiM
ufficiostampa@axiver.com – www.axiver.com