Niente più trattative per comprare un’auto nuova

Scritto da Daniele Bianchi

La tradizionale contrattazione sul prezzo delle auto nuove, che per anni è stata quasi una prassi, sembra ormai destinata a scomparire. Le trasformazioni nei contratti tra costruttori e concessionari stanno cambiando radicalmente le regole del gioco per gli acquirenti. Ma chi ci guadagna davvero in questo nuovo scenario?

La fine della negoziazione: cosa è cambiato?

Negli anni passati, il cliente che riusciva a ottenere un consistente sconto sul prezzo di listino era considerato un maestro della contrattazione. Tuttavia, due eventi hanno contribuito a rendere sempre più difficile questa pratica:

  1. La crisi dei semiconduttori: Durante e dopo la pandemia, la carenza di microchip ha ridotto drasticamente la produzione di auto, causando lunghe attese per le consegne e lasciando ai clienti poche opzioni tra i veicoli disponibili in stock. Questa scarsità ha portato molti acquirenti a pagare il prezzo pieno, senza possibilità di contrattazione.
  2. Il cambio di status dei concessionari: I principali costruttori automobilistici stanno gradualmente trasformando i concessionari in agenti, un ruolo con meno autonomia e più vincoli nel fissare i prezzi.

Da concessionari ad agenti: una rivoluzione silenziosa

Con il nuovo modello, il concessionario perde parte della sua indipendenza. In precedenza, un concessionario acquistava i veicoli dal costruttore per poi rivenderli al cliente, decidendo autonomamente eventuali sconti. Gli agenti, invece, agiscono come rappresentanti diretti del costruttore, vendendo auto a un prezzo fisso stabilito dal marchio.

Questa trasformazione è già stata implementata da gruppi come Volkswagen, Stellantis e Mercedes, con altri come BMW pronti a seguire l’esempio. La conseguenza principale per il cliente? Prezzi standardizzati, con sconti molto ridotti o inesistenti.

Peugeot 3008

Gli effetti per il consumatore

La standardizzazione dei prezzi, secondo i costruttori, garantisce trasparenza e una maggiore equità tra i clienti. Tuttavia, questa politica potrebbe tradursi in prezzi elevati, eliminando la possibilità di ottenere sconti significativi.

I margini di trattativa si ridurranno probabilmente a piccole concessioni, come accessori in omaggio, l’immatricolazione gratuita o l’estensione della garanzia. La possibilità di ottenere ribassi del 10% o più, un tempo frequenti, diventerà un’eccezione riservata a promozioni decise esclusivamente dai costruttori.

Esempi di successo: Tesla e Dacia

Questa strategia non è del tutto nuova. Marchi come Tesla e Dacia hanno già adottato il modello del prezzo fisso, con risultati positivi in termini di vendite. La loro esperienza dimostra che i consumatori possono accettare questa politica, a patto che il valore percepito del prodotto sia in linea con il prezzo richiesto.

Dacia

Chi ci guadagna?

In questo nuovo scenario, i grandi vincitori sono senza dubbio i costruttori, che riescono a:

  • Mantenere margini di profitto più elevati, eliminando la concorrenza interna tra concessionari.
  • Controllare meglio l’andamento delle vendite e le politiche di prezzo.

I concessionari, ora trasformati in agenti, vedono ridotti i loro margini di guadagno, basandosi quasi esclusivamente sulle commissioni per ogni auto venduta.

Conclusioni: un cambiamento inevitabile?

La scomparsa delle trattative per le auto nuove riflette un cambiamento profondo nel settore automobilistico, guidato dalla digitalizzazione e dalla necessità di standardizzare i processi. Per i consumatori, questo significa dire addio alla “caccia allo sconto” e accettare prezzi più uniformi, ma potenzialmente più alti.

Resta da vedere se questa nuova realtà riuscirà a bilanciare le esigenze di trasparenza con quelle di convenienza per gli acquirenti, o se porterà a un generale aumento dei costi per chi desidera acquistare un’auto.

Daniele Bianchi
Daniele Bianchi
Daniele Bianchi, nato a Milano nel 1980, è una figura di spicco nel giornalismo automobilistico italiano. Fin dalla giovane età ha nutrito una passione per le moto e le automobili, che lo ha portato a laurearsi in Comunicazione e Giornalismo all'Università di Bologna. Fondatore di Italiano Enduro, Daniele è conosciuto per la sua competenza tecnica e il suo stile narrativo coinvolgente.
Pubblicato in: Tendenze