All’inizio è stata la classica infatuazione: design pulito, autonomia rassicurante, software che sembra uscito da un film di fantascienza. Poi, con il passare dei mesi, la realtà dei conti ha bussato alla porta. È la storia di Nejra, creator americana, che due anni dopo l’acquisto della sua Model Y la definisce senza giri di parole “la spesa peggiore” della sua vita. Un racconto che suona familiare a chiunque abbia comprato un’auto col cuore e poi abbia dovuto fare i conti con rate, assicurazione e deprezzamento.
Un’auto da sogno con un retrogusto amaro
Per tanti, la Model Y è l’SUV elettrico “definitivo”: tanta autonomia, interni minimal, aggiornamenti OTA, un pizzico di status. Anche per Nejra è stato amore a prima vista: la comodità della ricarica domestica, la reattività al pedale, la sensazione di guidare il futuro. Ma, come capita quando si sceglie col cuore e non col foglio Excel, è emerso un fastidioso retrogusto: non è la guida a deludere, sono i numeri a presentare il conto.
La batosta finanziaria
Qui la storia vira sul concreto. Pagata circa 60.000 euro nel 2021, la vettura oggi varrebbe parecchio meno. Non è un caso isolato: i listini delle elettriche nuove sono stati ritoccati più volte e, quando scende il nuovo, l’usato ne risente. A questo si aggiungono uscite mensili nell’ordine di 1.300 euro (finanziamento, polizze, gestione). È la classica situazione in cui il costo totale di possesso (TCO) supera la soglia psicologica e ogni pieno di elettroni non basta a far “tornare i conti”. Organizzazioni come l’ADAC e analisi di settore ricordano da tempo di valutare attentamente TCO e valore residuo prima di firmare un contratto.
Esempio di vita vera: se lavori in città e percorri 10–12.000 km/anno, la ricarica a casa è economica, ma se finanzi l’auto con rate alte e assicurazione premium, il vantaggio alla colonnina potrebbe essere inghiottito dalle spese fisse.
I lati positivi: tecnologia e praticità d’uso
Il quadro non è tutto grigio. La parte “smart” resta un piacere: app ben fatta, telecamere utili, aggiornamenti frequenti, accelerazione che strappa ancora il sorriso. E poter partire ogni mattina col “pieno” fatto in garage è un comfort che chi ha provato fatica ad abbandonare. Ma, per Nejra, questi benefici non compensano rate e deprezzamento più veloci del previsto.
Lezione per chi sta per comprare un’EV
La morale che ne trae è semplice e, onestamente, sensata anche secondo molte guide dei consumatori (es. i calcolatori TCO di club automobilistici europei):
- Non fermarti alla rata: considera l’intera vita utile dell’auto (interessi, polizze, manutenzione, pneumatici, ricariche).
- Valuta leasing o usato recente: spesso la curva di deprezzamento è già “scaldata” e il rischio si riduce.
- Stima i costi di ricarica sul tuo profilo reale (quanta casa vs. quanta pubblica).
- Ricorda che eventuali tagli di prezzo sul nuovo possono rosicchiare la tenuta del tuo usato.
Avviso dalla community di TikTok
Il video di Nejra è rimbalzato rapidamente, accendendo un confronto acceso su valore residuo e sostenibilità economica delle EV acquistate nuove. Il messaggio è chiaro: tecnologia e immagine contano, ma senza una verifica rigorosa dei numeri si rischia di pentirsene. In altre parole, prima di innamorarti, fai due conti—magari con i dati alla mano forniti da enti come ADAC o le statistiche di mercato pubblicate da associazioni dell’auto europee—e decidi con la testa oltre che col cuore.
