A volte le grandi rivoluzioni nascono nei luoghi più inaspettati: non da un laboratorio ipertecnologico, ma dal garage di un ragazzo curioso. È il caso di un giovane americano di 17 anni che ha ideato un motore elettrico capace di funzionare senza terre rare, una scoperta che potrebbe cambiare il volto dell’industria automobilistica.
Un talento precoce premiato a livello mondiale
Robert Sansone, studente della Florida con la passione per la meccanica e la sostenibilità, ha conquistato la scena internazionale aggiudicandosi il primo premio alla prestigiosa Regeneron International Science and Engineering Fair, il più importante concorso scientifico per studenti al mondo.
Con il suo progetto, Robert non solo ha stupito la giuria, ma ha anche vinto un premio da 75.000 dollari, simbolo dell’interesse concreto che la sua invenzione ha suscitato nella comunità scientifica. Una vittoria che non arriva per caso: dietro il suo successo c’è un anno intero di lavoro, prove fallite e una determinazione che molti adulti potrebbero solo invidiare.
Un’idea semplice ma rivoluzionaria
Il cuore della sua invenzione è un motore a riluttanza sincrona privo di magneti permanenti, una tecnologia conosciuta ma mai davvero sfruttata nel campo delle auto elettriche. Sansone ha voluto ripensarla da zero, adattandola per garantire prestazioni elevate senza l’uso di materiali costosi e difficili da estrarre.
Durante i test, il suo prototipo ha mostrato un incremento della coppia del 39% rispetto ai modelli tradizionali. Un risultato impressionante, considerando che il motore è stato realizzato con strumenti di stampa 3D, rame e un rotore in acciaio.
In un’intervista, il giovane inventore ha raccontato che tutto è partito da una domanda semplice: “Possiamo costruire un motore efficiente che non dipenda dalle terre rare?”. Da lì, la curiosità è diventata ricerca, e la ricerca si è trasformata in un potenziale passo avanti per tutta l’industria.
Benefici industriali e ambientali
L’impatto di questa scoperta va ben oltre il laboratorio. L’eliminazione delle terre rare ridurrebbe drasticamente i costi di produzione dei motori elettrici e la dipendenza da paesi come la Cina, che oggi controlla gran parte dell’estrazione di questi materiali.
Dal punto di vista ambientale, la soluzione di Sansone potrebbe limitare i danni legati alle miniere a cielo aperto e ai processi di raffinazione, spesso criticati da organizzazioni come il World Resources Institute per le loro conseguenze sul territorio e sulle comunità locali.
In un momento in cui le case automobilistiche cercano alternative più sostenibili, un motore come quello di Robert potrebbe rappresentare una svolta concreta verso una filiera più verde e resiliente.
Un giovane inventore instancabile
Robert non è un novellino dell’innovazione: prima di questo progetto ha già creato più di 60 invenzioni, tra cui una mano robotica e un kart elettrico capace di superare i 100 km/h. Tutto nasce dal suo desiderio di capire come migliorare ciò che già esiste.
Lavorando nel suo garage, tra fili di rame e componenti stampati in 3D, ha dimostrato che il vero motore del progresso non è la tecnologia, ma la curiosità.
Uno sguardo al futuro
Il percorso di Robert Sansone è solo all’inizio, ma la sua storia è un promemoria potente: non servono grandi mezzi per avere grandi idee. Se il suo motore dovesse essere sviluppato su scala industriale, potrebbe segnare un punto di svolta per la mobilità elettrica, rendendola più accessibile, economica e rispettosa dell’ambiente.
E chissà — magari tra qualche anno, accendendo un’auto elettrica di nuova generazione, potremo dire che tutto è cominciato nel garage di un diciassettenne con un sogno e una stampante 3D.
