Nuovo scandalo Elon Musk: accusato di mentire su una tecnologia chiave per la guida autonoma

Scritto da Daniele Bianchi

Elon Musk è di nuovo nell’occhio del ciclone. Questa volta non per razzi o social network, ma per la tecnologia su cui si basa la guida autonoma di Tesla. Secondo nuovi documenti trapelati, il fondatore dell’azienda avrebbe ammesso in privato ciò che nega pubblicamente: che l’uso combinato di sensori radar e telecamere sarebbe più sicuro del sistema basato solo su videocamere. Un’ammissione che rischia di incrinare ulteriormente la fiducia nel suo progetto più ambizioso.

LiDAR contro telecamere: due visioni a confronto

Il dibattito nel mondo dell’auto autonoma non è nuovo. Da anni, gli ingegneri si dividono tra chi considera il LiDAR – un sistema laser capace di mappare l’ambiente in 3D – la soluzione più precisa, e chi invece punta tutto sulle telecamere, più economiche e simili al modo in cui vede l’occhio umano.

Il LiDAR, però, ha un costo elevato e può avere problemi in caso di pioggia o neve. Le telecamere, al contrario, soffrono in condizioni di scarsa visibilità o quando devono valutare la distanza di un oggetto. Per questo, molti esperti sostengono che il futuro della guida autonoma passi da un approccio ibrido: un mix di LiDAR, radar e videocamere per garantire ridondanza e sicurezza anche in caso di guasto o errore di uno dei sensori.

È su questo terreno che si gioca la scommessa di Tesla — e il nuovo scandalo ruota proprio attorno a questa scelta.

Musk in contraddizione

Dal 2021 Tesla ha deciso di eliminare i radar dai propri modelli, affidandosi interamente alla tecnologia Tesla Vision, basata esclusivamente su telecamere. Musk ha sempre difeso questa decisione, sostenendo che l’aggiunta di sensori “creerebbe confusione nei dati” e renderebbe il sistema meno efficiente.

Eppure, secondo le rivelazioni di alcuni giornalisti del settore, sarebbero emersi messaggi privati in cui Musk avrebbe scritto: “Una combinazione di visione e radar ad alta risoluzione sarebbe più sicura rispetto alla sola visione.” Una frase che contraddice apertamente la linea ufficiale di Tesla.

La notizia ha riacceso le polemiche su un tema cruciale: fino a che punto il colosso californiano è trasparente riguardo ai limiti della propria tecnologia?

Critiche e conseguenze

La contraddizione di Musk arriva in un momento delicato per Tesla. Altri colossi del settore, come Waymo (gruppo Alphabet) e Cruise, utilizzano già LiDAR e radar combinati e hanno ottenuto l’autorizzazione per far circolare veicoli completamente autonomi in diverse città americane. Tesla, invece, continua a richiedere la supervisione del conducente anche nei modelli dotati di Autopilot o Full Self-Driving (FSD).

Negli Stati Uniti e in Europa, Tesla è stata accusata più volte di pubblicità ingannevole: avrebbe presentato i suoi sistemi di assistenza come “autonomi”, quando in realtà si tratta di tecnologie di guida assistita. Musk ha anche ammesso che le auto equipaggiate con Hardware 3 non raggiungeranno mai la piena autonomia senza un aggiornamento alla versione 4. “Una decisione dolorosa ma inevitabile,” avrebbe dichiarato.

Robotaxi e nuove indagini

A complicare ulteriormente la situazione c’è il progetto dei Robotaxi Tesla, attivo in via sperimentale ad Austin, in Texas. Gli utenti segnalano già problemi come frenate improvvise, cambi di corsia errati e difficoltà durante la pioggia.

La National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA), l’agenzia statunitense per la sicurezza stradale, ha aperto un’indagine dopo numerose segnalazioni. Nel frattempo, alcuni azionisti hanno intentato una causa contro Tesla, accusando l’azienda di esagerare le proprie capacità tecnologiche per influenzare il mercato e i prezzi delle azioni.

La credibilità del marchio, costruita su anni di innovazioni e promesse futuristiche, rischia così di essere minata da un mix di problemi tecnici e scarsa trasparenza.

Un modello che si ripete

Non è la prima volta che Musk promette più di quanto riesca a mantenere nei tempi annunciati. Dalle auto completamente autonome “entro il 2018” ai progetti come l’Hyperloop o i robot umanoidi, molte delle sue visioni rimangono ancora lontane dalla realtà quotidiana.

Eppure, la capacità di Musk di alimentare entusiasmo resta indiscutibile. Per molti investitori e appassionati, Tesla non è solo un marchio automobilistico, ma una promessa di mobilità del futuro. Tuttavia, senza maggiore chiarezza e una combinazione più solida di tecnologie, la strada verso la vera guida autonoma sembra ancora lunga.

Daniele Bianchi
Daniele Bianchi
Daniele Bianchi, nato a Milano nel 1980, è una figura di spicco nel giornalismo automobilistico italiano. Fin dalla giovane età ha nutrito una passione per le moto e le automobili, che lo ha portato a laurearsi in Comunicazione e Giornalismo all'Università di Bologna. Fondatore di Italiano Enduro, Daniele è conosciuto per la sua competenza tecnica e il suo stile narrativo coinvolgente.
Pubblicato in: Tendenze