Mercedes analizza l’auto elettrica cinese da 1000 km d’autonomia: il risultato fa discutere

Scritto da Daniele Bianchi

Quando un marchio come Mercedes decide di smontare un’auto rivale, non è per curiosità accademica ma per capire davvero cosa si muove dietro le quinte del mercato. Questa volta sotto la lente degli ingegneri tedeschi è finita una berlina elettrica cinese che promette un’autonomia di oltre 1.000 km. Una cifra da capogiro, ma anche un segnale: la concorrenza asiatica non gioca più solo sul prezzo, ma sulla tecnologia.

Perché guardare alla concorrenza asiatica

Negli ultimi anni le auto elettriche cinesi hanno invaso i mercati internazionali con modelli sempre più curati e accessibili. In Europa, dove la transizione elettrica avanza a rilento, questi veicoli rappresentano una sfida crescente per i costruttori storici.

Non è la prima volta che un colosso occidentale decide di studiare da vicino un rivale: qualche anno fa, Toyota smontò una Tesla Model Y per comprenderne la semplicità costruttiva. Oggi è Mercedes a muoversi nella stessa direzione, ma con un obiettivo preciso: capire come i cinesi riescano a produrre modelli competitivi con tecnologie avanzate a prezzi sensibilmente inferiori.

Il mercato asiatico, d’altronde, cresce a ritmi impressionanti. Secondo i dati della China Passenger Car Association (CPCA), nel 2024 le vendite di auto elettriche in Cina hanno superato i 9 milioni di unità, quasi la metà del totale mondiale. Una realtà che i costruttori europei non possono più ignorare.

auto elettrica

La berlina che promette 1000 km

La protagonista di questa analisi è la Zeekr 001, una berlina elettrica lanciata nel 2021 dal gruppo Geely. In Cina è considerata un simbolo della nuova generazione di veicoli elettrici: potenti, raffinati e con un’autonomia record.

Nel ciclo cinese CLTC, la Zeekr 001 supera i 1.000 km con una sola ricarica. In Europa, secondo gli standard WLTP, si attesterebbe comunque intorno agli 850 km reali — un dato che resta impressionante.

Sotto il cofano si nasconde un motore da 543 cavalli, capace di uno scatto 0-100 km/h in 3,8 secondi. La batteria è una CATL Qilin da 140 kWh, una delle più evolute sul mercato, e il prezzo di partenza in Cina è di circa 61.000 euro. In confronto, molte berline premium europee offrono meno autonomia a costi superiori.

Non va dimenticato che in Cina i costruttori beneficiano di una filiera locale integrata, tempi di produzione ridotti e un forte sostegno governativo. Questo consente di contenere i costi senza sacrificare qualità o dotazioni tecnologiche.

Cosa ha osservato Mercedes nello smontaggio

Gli ingegneri tedeschi hanno analizzato la Zeekr 001 nel dettaglio, scomponendola in ogni parte: dalla batteria alla struttura del telaio, dai materiali interni all’elettronica di bordo.

Tra le soluzioni più interessanti emerse figura il gigacasting, una tecnica che prevede la fusione di grandi parti della scocca in un unico blocco d’alluminio. Questa innovazione, già adottata da Tesla, riduce drasticamente i costi di produzione e il numero di componenti necessari.

Mercedes avrebbe inoltre apprezzato la modularità del progetto e la cura dell’assemblaggio, ma avrebbe anche rilevato margini di miglioramento in termini di sicurezza passiva e raffinatezza dei materiali. Tuttavia, il messaggio è chiaro: la qualità costruttiva dei marchi cinesi ha raggiunto un livello che pochi, fino a pochi anni fa, avrebbero immaginato.

La pressione del confronto

Per i costruttori europei, il confronto è inevitabile. Oggi modelli come la Mercedes EQA e la EQB partono da circa 47.000 euro, restando idonei ai bonus ambientali europei. Tuttavia, con rivali asiatici che offrono autonomie superiori e prezzi più bassi, la sfida si fa sempre più complessa.

Mercedes

Il CEO di Zeekr, Andy An, ha commentato ironicamente la notizia: “Sapere che Mercedes ha smontato una nostra auto è come camminare su ghiaccio sottile: stimolante, ma anche una grande responsabilità”. Parole che raccontano bene come la partita non sia più tra Davide e Golia, ma tra due giganti che si osservano da vicino.

La mossa di Mercedes, più che una semplice curiosità tecnica, rappresenta un segnale d’allarme per tutto il settore: la rivoluzione elettrica cinese è ormai una realtà concreta, e chi non la studia rischia di restare indietro.

Daniele Bianchi
Daniele Bianchi
Daniele Bianchi, nato a Milano nel 1980, è una figura di spicco nel giornalismo automobilistico italiano. Fin dalla giovane età ha nutrito una passione per le moto e le automobili, che lo ha portato a laurearsi in Comunicazione e Giornalismo all'Università di Bologna. Fondatore di Italiano Enduro, Daniele è conosciuto per la sua competenza tecnica e il suo stile narrativo coinvolgente.
Pubblicato in: Tendenze