Quante volte lo abbiamo sentito dire: “una volta facevano auto indistruttibili”. Dalle Mercedes degli anni ’80, alle sobrie Toyota e alle squadrate Volvo, la memoria collettiva le dipinge come macchine eterne. Ma è davvero così, o è la nostalgia a giocare brutti scherzi? Oggi, nel 2025, i dati raccontano una storia diversa: le auto moderne sono più sicure, più efficienti e hanno bisogno di meno manutenzione, ma con l’arrivo di software e sensori, sono nate nuove fragilità.
Cosa dicono i dati recenti
Le statistiche tracciate da enti come ADAC e ANWB mostrano un quadro meno netto di quanto sembri. Da un lato, le auto elettriche di ultima generazione registrano meno guasti rispetto a benzina e diesel, grazie al minor numero di componenti meccanici. Dall’altro, la rapida diffusione di sistemi ADAS e la spinta verso l’elettrificazione portano con sé più “problemi infantili”: non motori rotti, ma errori elettronici, sensori difettosi e bug software.
Va poi considerato il contesto: nel 2024 l’ANWB ha gestito oltre 1,3 milioni di richieste di soccorso, circa 3.700 al giorno. Ma questo aumento riflette anche un parco auto più numeroso e più vecchio, non solo veicoli meno affidabili. Il guasto più frequente? La batteria a 12 volt, un classico intramontabile.
Perché “una volta” sembravano più robuste
Il mito della solidità delle vecchie Mercedes o Volvo nasceva da una filosofia diversa: meno elettronica, margini di sicurezza generosi e componenti sovradimensionati. Quelle auto erano pensate per durare, anche a costo di pesare di più e consumare di più.
Le auto moderne invece puntano su leggerezza, efficienza e comfort tecnologico. È vero, questo aumenta le possibilità di piccoli malfunzionamenti elettronici, ma allo stesso tempo le parti meccaniche sono spesso più affidabili e precise di allora. E la manutenzione? Oggi i tagliandi arrivano anche ogni 30.000 km, mentre negli anni ’90 si andava in officina molto più spesso.
Le differenze tra marchi restano. Toyota, ad esempio, continua a essere in cima alle classifiche di affidabilità: lo confermano indagini della Consumentenbond e di altre associazioni europee. Ecco perché la fama delle “vecchie giapponesi” continua a resistere. Ma non significa che le auto europee moderne siano meno affidabili: spesso basta un aggiornamento OTA per risolvere quello che un tempo avrebbe richiesto una costosa revisione.
La conclusione per chi deve scegliere
Le auto di ieri erano più semplici, quindi con meno cose che potevano rompersi. In questo senso sì, davano un’impressione di maggiore affidabilità. Ma guardando i numeri, le auto attuali sono in molti casi più sicure, richiedono meno manutenzione e le EV più giovani hanno percentuali di guasto inferiori.
Il rovescio della medaglia è la digitalizzazione, che moltiplica segnalazioni e avvisi. La scelta, quindi, non si riduce a “meglio il passato o il presente”: conviene valutare ogni modello per la sua storia di affidabilità, il supporto software, la durata della garanzia e i dati reali sulle chiamate al soccorso. Solo così si può scegliere un’auto che sia davvero affidabile oggi, senza farsi ingannare dai ricordi di ieri.
