Il diesel è quasi alla fine, ma questi modelli fanno ancora impazzire il mercato

Scritto da Daniele Bianchi

Un tempo il diesel era il re indiscusso delle strade europee: consumi contenuti, autonomia infinita e un rombo che sapeva di viaggi lunghi. Oggi, però, lo scenario è completamente cambiato: questa motorizzazione è diventata quasi una nicchia, eppure ci sono ancora modelli che resistono, conquistando una fetta fedele di automobilisti.

Da massa a nicchia

Dieci anni fa il panorama era ben diverso: più di 200 modelli diesel in vendita in Europa, con un mercato che copriva oltre la metà delle nuove immatricolazioni. Oggi il numero è sceso sotto quota 100 e la quota di mercato è ridotta a pochi punti percentuali.

In Olanda la situazione è ancora più evidente: nei primi sei mesi del 2025 si sono registrate appena 2.556 nuove immatricolazioni diesel, pari all’1,6% del mercato. Un dato impietoso se confrontato con quello delle ibride, che nello stesso periodo hanno superato il 50% delle vendite.

Perché il diesel è crollato

Il declino non è iniziato con il Dieselgate del 2015, ma quello scandalo ha accelerato la sfiducia. A pesare sono stati anche i costi di acquisto più alti, le norme ambientali sempre più severe e, soprattutto, la concorrenza di ibride ed elettriche.

Le politiche fiscali hanno fatto il resto: molti Paesi hanno introdotto zone a traffico limitato che escludono i diesel più vecchi. Inoltre, le moderne ibride riescono a ridurre le emissioni di CO₂ del 25-30% rispetto a un diesel medio, mantenendo prestazioni e comfort. I tentativi di combinare diesel e ibrido plug-in – come nel caso di alcune Mercedes – non hanno mai convinto davvero il mercato.

Tiene ancora valore?

Eppure, in alcuni segmenti il diesel continua ad avere un seguito. SUV di lusso e grandi fuoristrada come Range Rover Evoque o Volkswagen Touareg conservano bene la loro quotazione sul mercato dell’usato. Persino una classica come la Volkswagen Golf diesel resta appetibile, specie nei Paesi mediterranei dove questa alimentazione è ancora molto diffusa: in Spagna, per esempio, il 60% delle auto circolanti è ancora a gasolio.

Anche nei Paesi Bassi, pur con numeri in calo, la domanda di seconda mano resta relativamente stabile. Alcuni analisti ritengono che la scarsità di offerta possa perfino spingere i prezzi leggermente verso l’alto nel breve termine. Tuttavia, l’effetto non sarà duraturo: con regole sulle emissioni sempre più stringenti, i diesel più vecchi diventeranno presto meno desiderabili.

La fine è vicina

Le previsioni non lasciano spazio a dubbi: secondo Cox Automotive, entro il 2028 il diesel scenderà sotto il 2% del mercato europeo. L’Unione Europea ha inoltre fissato il traguardo finale: dal 2035 non sarà più possibile vendere nuove auto con motore a combustione, sia benzina che diesel.

Questo significa che il gasolio sopravviverà ancora per qualche anno nel mercato dell’usato e nei veicoli pesanti come camion e autobus. Ma per l’automobilista comune il conto alla rovescia è iniziato: quel pieno che un tempo significava libertà e lunghe percorrenze, oggi segna più che altro la fine di un’epoca.

Daniele Bianchi
Daniele Bianchi
Daniele Bianchi, nato a Milano nel 1980, è una figura di spicco nel giornalismo automobilistico italiano. Fin dalla giovane età ha nutrito una passione per le moto e le automobili, che lo ha portato a laurearsi in Comunicazione e Giornalismo all'Università di Bologna. Fondatore di Italiano Enduro, Daniele è conosciuto per la sua competenza tecnica e il suo stile narrativo coinvolgente.
Pubblicato in: Tendenze