I motori delle biciclette elettriche potrebbero presto essere limitati: perché Bosch è accusata di manovrare dietro le quinte

Scritto da Daniele Bianchi

La proposta di una nuova normativa sui motori delle biciclette elettriche ha suscitato polemiche, con alcuni attori dell’industria accusando Bosch di manipolare le discussioni tecniche per tutelare i propri interessi.

La nuova proposta della ZIV e le limitazioni sui motori

Una recente proposta della ZIV (Zweirad-Industrie-Verband), l’associazione dell’industria delle due ruote tedesca, ha sollevato un acceso dibattito nel settore delle biciclette elettriche. L’associazione ha suggerito di introdurre nuove restrizioni sui sistemi di assistenza elettrica, limitando l’assistenza dei motori a un rapporto di 1:4. Ciò significa che se un ciclista sviluppa una potenza di 100 W, il motore potrà fornire al massimo 400 W di potenza aggiuntiva. Inoltre, la potenza massima di assistenza sarebbe limitata a 750 W, mentre attualmente i motori sono limitati a 250 W di potenza nominale.

La ZIV giustifica queste misure come necessarie per garantire che le biciclette elettriche conservino le caratteristiche tradizionali delle biciclette, ma questa proposta sta suscitando critiche, soprattutto per la sua possibile limitazione delle prestazioni, in particolare per modelli come le biciclette da cargo o quelle utilizzate da persone con disabilità.

L’influenza di Bosch nel dibattito

Al centro della controversia c’è Bosch, il principale fornitore di motori per biciclette elettriche in Europa. L’azienda è accusata da diversi esperti del settore di esercitare un’influenza eccessiva sulla ZIV per tutelare la propria posizione di mercato. Bosch non produce motori che superano i 750 W di picco, e alcuni critici ritengono che l’azienda stia cercando di proteggere il proprio interesse economico limitando lo sviluppo di motori più potenti.

Annick Roetynck, direttrice della LEVA-EU (Light Electric Vehicle Association), non ha nascosto la sua delusione per questa proposta: “Si tratta di protezionismo puro“, ha dichiarato, sottolineando come le limitazioni potrebbero ostacolare lo sviluppo di biciclette più potenti, che potrebbero essere cruciali per determinati usi come la logistica urbana o il trasporto di persone.

Le implicazioni per i ciclisti e i modelli più potenti

Secondo Roetynck, l’introduzione di queste restrizioni potrebbe avere impatti negativi su chi necessita di motori più potenti, come le persone con disabilità che potrebbero trovarsi a non riuscire a utilizzare alcune biciclette elettriche se il limite di potenza venisse applicato. Il dibattito riguarda quindi anche le necessità pratiche dei ciclisti che dipendono da prestazioni elevate per spostamenti quotidiani o per scopi professionali.

Accuse di protezionismo e strategie commerciali

Hannes Neupert, veterano del settore delle biciclette elettriche, ha criticato duramente Bosch, accusandola di cercare di difendere il proprio mercato e rallentare l’innovazione. “Bosch sta cercando di proteggere la propria posizione commerciale impedendo ad altre aziende di guadagnare quote di mercato”, ha affermato, sottolineando come l’azienda stia cercando di limitare l’innovazione in favore dei propri interessi economici.

Secondo Neupert, la vera motivazione dietro la proposta della ZIV sarebbe quella di impedire la concorrenza da parte di produttori che sviluppano motori più potenti, camuffando il tutto con la giustificazione della “concorrenza pericolosa” nel settore.

Bosch e la posizione ufficiale del ZIV

La ZIV ha cercato di sminuire le polemiche, precisando che la posizione non è esclusivamente quella di Bosch, ma il risultato di un lungo processo consultativo che ha coinvolto i 140 membri dell’associazione. Bosch, dal canto suo, ha dichiarato di aver partecipato attivamente ai gruppi di lavoro e ha invitato a rivolgersi alla ZIV per ulteriori chiarimenti.

Impatti futuri sui consumatori

Il dibattito tecnico potrebbe presto assumere toni politici, con l’Unione Europea che valuta di rivedere la normativa sui veicoli elettrici leggeri. Al di là delle querelle tra le industrie, ciò che è in gioco è il futuro dell’utilizzo delle biciclette elettriche, che potrebbero essere meno performanti e meno accessibili, mettendo in discussione anche il futuro delle biciclette da trasporto urbano e le opzioni per i ciclisti con esigenze particolari.

Questo confronto non solo evidenzia le sfide tecnologiche, ma anche le implicazioni politiche ed economiche per l’industria delle biciclette elettriche, un settore in rapida espansione che potrebbe essere costretto a confrontarsi con limiti imposti non solo dalla tecnologia, ma anche dal mercato.

Daniele Bianchi
Daniele Bianchi
Daniele Bianchi, nato a Milano nel 1980, è una figura di spicco nel giornalismo automobilistico italiano. Fin dalla giovane età ha nutrito una passione per le moto e le automobili, che lo ha portato a laurearsi in Comunicazione e Giornalismo all'Università di Bologna. Fondatore di Italiano Enduro, Daniele è conosciuto per la sua competenza tecnica e il suo stile narrativo coinvolgente.
Pubblicato in: Tendenze