KTM si ristruttura per evitare il fallimento : cosa sta succedendo davvero

Scritto da Daniele Bianchi

Negli ultimi mesi, il gigante motociclistico austriaco KTM ha dovuto affrontare una delle crisi finanziarie più difficili della sua storia recente. Per evitare il fallimento, la casa di Mattighofen ha avviato un profondo piano di ristruttura aziendale, che coinvolge anche la ricerca urgente di nuovi investitori. Vediamo da vicino cosa è accaduto e quali saranno i prossimi passi della società.

Una crisi innescata dall’eccesso di ottimismo

Cosa sta succedendo davvero

Il punto di partenza della crisi risale agli anni post-pandemia: dopo il boom di domanda durante e subito dopo il periodo Covid, KTM aveva aumentato sensibilmente la produzione, anticipando un’ulteriore crescita delle vendite che però non è arrivata. Risultato? Migliaia di moto invendute, liquidità in calo, e debiti accumulati per circa 1,7 miliardi di euro.

Ricordo personalmente di aver notato, nelle concessionarie KTM che frequento, una quantità insolita di modelli esposti, fermi nei saloni per mesi. Era chiaro che la strategia aggressiva di produzione stava creando qualche problema.

Una procedura di auto-amministrazione per tutelarsi dai creditori

Il 29 novembre 2024, KTM ha avviato ufficialmente una procedura di “auto-amministrazione” secondo le leggi austriache. Questa misura permette all’azienda di mantenere il controllo gestionale, beneficiando però di una tregua di 90 giorni durante la quale deve elaborare un piano di ristrutturazione approvato dai creditori.

Nel frattempo, il management di KTM ha proposto ai creditori il pagamento immediato di almeno il 30% dei debiti, cifra che ammonta a circa 548 milioni di euro, a patto che i pagamenti siano effettuati entro il 23 maggio 2025. Sembra poco, ma è molto meglio rispetto al 14,9% che i creditori avrebbero ricevuto in caso di liquidazione totale dell’azienda.

Chi salverà KTM?

KTM

A oggi, KTM ha bisogno urgentemente di circa 800 milioni di euro di capitali freschi per soddisfare il piano concordato e riprendere la produzione entro l’estate 2025. È già stata prevista una prima iniezione da parte degli azionisti esistenti, pari a 50 milioni di euro, destinata a riavviare gradualmente le linee produttive attualmente ferme.

Per la raccolta dei fondi necessari, KTM ha affidato a Citigroup la ricerca di nuovi investitori. Pare che da un iniziale elenco di 23 candidati, si sia già passati a una short-list di sette potenziali investitori. Tra i nomi più accreditati spiccano il partner indiano Bajaj, già azionista significativo, pronto a versare 150 milioni di euro, e la cinese CFMoto, altro storico collaboratore del gruppo KTM.

Inoltre, negli ultimi giorni circola anche un rumor più sorprendente, ovvero l’interessamento di BMW all’acquisizione di KTM, anche se al momento non ci sono conferme ufficiali su questa ipotesi.

Stefan Pierer passa il testimone, ma non del tutto

Gottfried Neumeister

Uno dei cambiamenti più significativi è stato l’abbandono parziale della guida operativa di KTM da parte dello storico CEO Stefan Pierer, il quale ha nominato suo successore Gottfried Neumeister, restando però come co-CEO durante la fase di transizione.

Neumeister ha dichiarato con ottimismo che «la fase più difficile è ormai alle spalle», evidenziando come il piano approvato consenta di riprendere la corsa verso il futuro, tutelando migliaia di posti di lavoro e riportando KTM al suo ruolo centrale nell’industria motociclistica europea.

MV Agusta torna in mani italiane

KTM Bajaj

Nel tentativo di generare immediatamente liquidità, KTM ha recentemente ceduto la sua partecipazione di maggioranza nella storica azienda italiana MV Agusta, acquisita soltanto pochi mesi fa. La quota di KTM è stata venduta ad Art of Mobility S.A., società della famiglia Sardarov, già proprietaria della MV prima dell’arrivo degli austriaci. L’operazione è servita proprio per alleggerire i conti di KTM, fornendo risorse finanziarie utili alla ristrutturazione.

MV Agusta proseguirà dunque il suo percorso in autonomia, puntando addirittura a espandere la sua rete di vendita globale da 219 a 270 concessionari entro la fine del 2025.

Le conseguenze sportive e produttive della ristrutturazione

Tra le misure più discusse della ristrutturazione vi è l’ipotesi di riduzione della presenza di KTM nelle competizioni motociclistiche mondiali, come la MotoGP, anche se al momento la casa austriaca è vincolata da contratti fino al 2026.

Sul fronte produttivo, invece, KTM mira a riprendere gradualmente la produzione a partire dalla primavera del 2025, puntando a tornare alla piena capacità produttiva entro l’estate. Questa decisione, però, ha già comportato circa 300 licenziamenti, segno evidente della serietà delle misure intraprese per garantire la sopravvivenza dell’azienda.

Il futuro prossimo di KTM: ottimismo prudente

I prossimi mesi saranno decisivi per KTM, impegnata a convincere i nuovi investitori a credere nel suo piano di rilancio. Personalmente, da motociclista appassionato, spero che KTM possa superare rapidamente questa fase difficile, tornando presto a essere una protagonista solida e affidabile del settore motociclistico europeo e mondiale. Una cosa è certa: non sarà facile, ma l’entusiasmo di milioni di fan e la forza di un marchand storico come KTM rappresentano risorse preziose per vincere questa partita contro il tempo.

Daniele Bianchi
Daniele Bianchi
Daniele Bianchi, nato a Milano nel 1980, è una figura di spicco nel giornalismo automobilistico italiano. Fin dalla giovane età ha nutrito una passione per le moto e le automobili, che lo ha portato a laurearsi in Comunicazione e Giornalismo all'Università di Bologna. Fondatore di Italiano Enduro, Daniele è conosciuto per la sua competenza tecnica e il suo stile narrativo coinvolgente.
Pubblicato in: Tendenze