460 cavalli sotto il cofano : la JFC V8 Racing e i suoi due motori Hayabusa

Scritto da Daniele Bianchi

Non è la prima volta che il mitico motore della Suzuki Hayabusa viene utilizzato in contesti diversi da quello per cui è stato progettato. Questa volta, l’artefice dell’operazione è JFC Racing, che ha avuto l’audacia di accoppiare due propulsori di Hayabusa per creare un V8 davvero impressionante. Il risultato? Un V8 aperto a 90°, capace di erogare 460 cavalli nella versione aspirata e oltre 780 cavalli con l’aggiunta di turbocompressori!

Il mito della Suzuki Hayabusa

Quando si parla di moto iper-performanti, la Suzuki Hayabusa è senza dubbio una delle prime a venire in mente. Lanciata nel 1999, in un periodo in cui Suzuki si distingueva per soluzioni tecniche innovative, questa due ruote ha subito conquistato il mercato grazie al suo motore quattro cilindri in linea da 1298 cm³, in grado di sviluppare 175 cavalli e superare i 300 km/h. Un autentico missile su due ruote.

Suzuki Hayabusa

Con la terza generazione del 2021, la cilindrata è salita a 1340 cm³, con una potenza di 190 cavalli. Pur restando una moto dalle prestazioni straordinarie, oggi si trova a competere con hypersport moderne che superano abbondantemente i 200 cavalli, con un peso più contenuto. Tuttavia, l’Hayabusa si è affermata come una sportiva GT velocissima e affidabile, continuando a ispirare preparatori e ingegneri.

Ecco alcuni esempi di come questo motore sia diventato un’icona anche fuori dalle due ruote:

  • Guy Martin, leggenda del Tourist Trophy, ha provato a superare i 300 mph con un’Hayabusa sovralimentata.
  • TTS Performance ha portato il motore oltre i 372 cavalli!
  • Eddie Hall, l’uomo più forte del mondo, ha scoperto il brivido della pista grazie all’Hayabusa.
  • Alcuni preparatori hanno persino utilizzato due motori di Hayabusa per una vettura da rally.
  • Ed è proprio nel settore auto/moto racing che questo propulsore continua ad affascinare, come dimostra il progetto di JFC Racing.

Il V8 di JFC Racing: due Hayabusa che diventano una belva

JFC Racing non si è limitata a unire due motori Hayabusa, ma ha sviluppato un carter motore completamente nuovo, fondamentale per ottenere un V8 solido ed efficiente. Il processo ha richiesto blocchi di alluminio lavorati con precisione, garantendo la massima resistenza, specialmente se si considera l’eventuale utilizzo di turbocompressori.

JFC Racing

Ogni bancata di cilindri può contare su un proprio turbo, con una sincronizzazione calibrata al millimetro. L’obiettivo? Equipaggiare auto sportive da corsa, come una monoposto Lola da endurance.

Le specifiche del motore variano in base alla configurazione:

  • 460 cavalli nella versione aspirata, con cilindrata portata a 3000 cm³.
  • 785 cavalli con due turbo, ma con una cilindrata leggermente ridotta a 2800 cm³.

Naturalmente, la manutenzione in gara sarà impegnativa, ma questi motori sono progettati per affrontare l’endurance, quindi lunghi stint a gas spalancato non dovrebbero rappresentare un problema.

JFC Racing Hayabusa

La Hayabusa continua a essere un’ispirazione per il mondo della preparazione racing, e il V8 di JFC Racing ne è l’ennesima dimostrazione: un motore dalle prestazioni esagerate, nato dalla fusione di due capolavori meccanici.

Daniele Bianchi
Daniele Bianchi
Daniele Bianchi, nato a Milano nel 1980, è una figura di spicco nel giornalismo automobilistico italiano. Fin dalla giovane età ha nutrito una passione per le moto e le automobili, che lo ha portato a laurearsi in Comunicazione e Giornalismo all'Università di Bologna. Fondatore di Italiano Enduro, Daniele è conosciuto per la sua competenza tecnica e il suo stile narrativo coinvolgente.
Pubblicato in: Tendenze