Un tribunale del Delaware, nella costa orientale degli Stati Uniti, ha bocciato nuovamente il piano di remunerazione da 55,8 miliardi di dollari destinato a Elon Musk. Nonostante il piano fosse stato approvato dalla maggioranza degli azionisti di Tesla, la giudice Kathaleen McCormick ha rigettato la proposta, sollevando dubbi sull’imparzialità del comitato che lo aveva elaborato. La stessa decisione era già stata presa a gennaio, dopo che un azionista aveva contestato la validità del pacchetto retributivo.
Una lunga battaglia legale
Il cuore della disputa risiede nella composizione del comitato di controllo, i cui membri erano tutti legati a Musk. Questo aveva portato un azionista a ricorrere in tribunale per chiedere l’annullamento del piano di compensazione. Già a gennaio, la giudice aveva accolto la richiesta, sottolineando l’irregolarità del processo decisionale.
Nonostante l’annullamento iniziale, il consiglio di amministrazione di Tesla aveva deciso di sottoporre nuovamente il piano retributivo all’assemblea generale degli azionisti, ottenendo un’approvazione con il 72% dei voti favorevoli. Il piano era già stato approvato una prima volta nel 2018. Dopo il voto di giugno, Tesla aveva proposto una mediazione tra le parti, ma la discussione non ha portato a una soluzione condivisa.
“Teorie fittizie” e nuove critiche
Nel suo giudizio, la giudice McCormick ha precisato che la decisione iniziale non impediva a Tesla di proporre un nuovo piano di compensazione più equo. Tuttavia, ha criticato l’azienda per aver tentato di far passare nuovamente lo stesso piano basandosi su quelle che ha definito “teorie fittizie sulla legge del Delaware”.
Tesla ha reagito duramente alla decisione, annunciando l’intenzione di presentare ricorso. “Gli azionisti devono controllare le aziende, non i giudici”, ha dichiarato Elon Musk sui social, sottolineando la necessità di rispettare il voto dell’assemblea generale.
Risarcimento milionario e impatto sul titolo Tesla
Parallelamente alla decisione sul pacchetto retributivo, la giudice ha assegnato 345 milioni di dollari di risarcimento all’avvocato Gregory Varallo, che aveva rappresentato l’azionista promotore della causa, imponendo a Tesla di farsi carico di questa somma.
Non è mancata una reazione immediata da parte del mercato. Nel trading successivo alla chiusura di Wall Street, il titolo Tesla ha perso oltre l’1%, riflettendo le preoccupazioni degli investitori per le ripercussioni legali e le incertezze future.
Un nodo cruciale per il governo societario
Questa vicenda riaccende il dibattito sulla governance aziendale e sul ruolo del consiglio di amministrazione nel tutelare gli interessi degli azionisti. Da tempo, Tesla è sotto osservazione per il potere concentrato nelle mani di Elon Musk, figura indiscutibilmente centrale per l’azienda ma spesso al centro di polemiche.
La decisione del tribunale potrebbe rappresentare un punto di svolta, costringendo Tesla a rivedere il proprio approccio alla remunerazione dei dirigenti e a garantire maggiore trasparenza nei processi decisionali. Per ora, il caso rimane aperto, e l’attenzione degli investitori è alta in attesa dei prossimi sviluppi.
In ogni caso, questa vicenda rappresenta un importante esempio di come il sistema di controllo interno e il rispetto delle regole possano influenzare profondamente il destino di un’azienda, anche delle più innovative e iconiche come Tesla.