Vale la pena comprare una Peugeot/Citroën/DS usata con il motore 1.2 Puretech?

Scritto da Daniele Bianchi

Il motore 1.2 Puretech del gruppo PSA, oggi Stellantis, ha guadagnato una reputazione controversa nel tempo. Proprio come altri motori di piccola cilindrata altamente tecnologici, anche il 1.2 Puretech ha mostrato alcuni problemi di affidabilità, in particolare per le versioni turbo da 110 e 130 cavalli. Ma vale la pena considerarlo per un acquisto di seconda mano? Vediamolo insieme.

I problemi principali del motore 1.2 Puretech

Il guaio più comune riguarda l’usura prematura della cinghia di distribuzione, che può disgregarsi e contaminare il sistema di lubrificazione. Questo accade spesso su veicoli che percorrono pochi chilometri all’anno, specialmente in ambito urbano, dove i frequenti stop-and-go causano una diluzione dell’olio motore con carburante incombusto. La cinghia, immersa nell’olio, si degrada rapidamente e rilascia particelle che possono ostruire la pompa a vuoto, le elettrovalvole della distribuzione variabile e la crepina della pompa dell’olio.

Le conseguenze possono essere gravi: perdita di assistenza al freno, calo della pressione dell’olio e usura precoce degli alberi a camme e delle valvole. Fortunatamente, questi problemi sono stati oggetto di un’azione di richiamo.

Cinghia di distribuzione

Richiamo ufficiale: 220.000 auto coinvolte in Francia

Nel novembre 2020, PSA/Stellantis ha avviato un richiamo di sicurezza per i modelli dotati del motore 1.2 Puretech turbo da 110 e 130 cavalli, prodotti tra marzo 2013 e aprile 2017. L’intervento includeva il controllo della cinghia, della pompa a vuoto e della crepina dell’olio, oltre alla sostituzione di componenti difettosi, se necessario. Inoltre, il software del motore veniva aggiornato per migliorare la segnalazione di eventuali anomalie.

Secondo PSA, solo il 6% dei modelli richiamati presentava effettivamente problemi significativi. Tuttavia, per ridurre ulteriormente i rischi, il costruttore ha rivisto gli intervalli di manutenzione: la cinghia va ora sostituita ogni 6 anni o 100.000 km, contro i precedenti 10 anni o 180.000 km.

Controllo della larghezza della cinghia

La situazione attuale

Dal 2017, la cinghia di distribuzione è stata migliorata, ma alcuni proprietari di modelli successivi hanno comunque segnalato problemi, sebbene con minore frequenza. Anche le nuove Peugeot 208 e 2008 possono essere soggette a difetti simili, ma Stellantis offre una copertura dei costi per auto con meno di 6 anni o 100.000 km, purché la manutenzione sia stata effettuata secondo le raccomandazioni ufficiali.

Vale la pena acquistare un’auto usata con questo motore?

Se il veicolo è stato richiamato e manutenuto regolarmente, acquistare una vettura con il motore 1.2 Puretech non rappresenta un rischio significativo. Tuttavia, è essenziale verificare lo storico delle manutenzioni e accertarsi che siano state rispettate le indicazioni del costruttore.

Per i modelli prodotti tra il 2013 e il 2017, è consigliabile fare attenzione: anche se richiamati, alcuni potrebbero sviluppare problemi in futuro. In questi casi, è fondamentale monitorare regolarmente la cinghia e affidarsi a un meccanico qualificato, preferibilmente presso una concessionaria ufficiale.

Consigli pratici per l’acquisto

  • Verifica lo storico di manutenzione: preferisci veicoli con interventi documentati e effettuati presso il network ufficiale.
  • Chiedi informazioni sul richiamo: accertati che il veicolo sia stato coinvolto e controlla quali interventi sono stati effettuati.
  • Negozia il prezzo: se esistono rischi, usali come leva per ottenere uno sconto.
  • Fai controlli periodici: anche dopo l’acquisto, assicurati di rispettare le nuove scadenze di manutenzione suggerite da Stellantis.

Nonostante alcune sfide, il motore 1.2 Puretech può essere una scelta valida, soprattutto se abbinato a modelli moderni come la Peugeot 208 o la Citroën C3. Con le dovute precauzioni, è possibile acquistare un’auto usata affidabile e performante.

Daniele Bianchi
Daniele Bianchi
Daniele Bianchi, nato a Milano nel 1980, è una figura di spicco nel giornalismo automobilistico italiano. Fin dalla giovane età ha nutrito una passione per le moto e le automobili, che lo ha portato a laurearsi in Comunicazione e Giornalismo all'Università di Bologna. Fondatore di Italiano Enduro, Daniele è conosciuto per la sua competenza tecnica e il suo stile narrativo coinvolgente.
Pubblicato in: Tendenze