I droni rappresentano la nuova minaccia per gli utenti della strada?

Scritto da Gabriele Giordano

Negli ultimi anni, l’utilizzo dei droni da parte delle forze dell’ordine ha cominciato a farsi sempre più strada, creando un nuovo scenario di controllo sulle strade. Sebbene i primi test sui droni siano iniziati già nel 2017, la loro diffusione è stata piuttosto lenta, soprattutto a causa della necessità di una formazione adeguata per il loro utilizzo e delle normative più severe introdotte nel tempo. Tuttavia, con il crescente timore di minacce terroristiche e l’evoluzione tecnologica, l’interesse verso i droni come strumento di controllo ha ripreso vigore.

La tecnologia in rapida crescita

Negli ultimi anni, i droni hanno fatto passi da gigante sul piano tecnico. Dai modelli base si è passati a versioni molto più avanzate, come i droni FPV (First Person View), che offrono maggiore autonomia e precisione. Questi progressi hanno aperto nuove possibilità di impiego, non solo per la sorveglianza, ma anche per il monitoraggio stradale da parte delle forze di polizia, gendarmeria e dogane.

Secondo alcune testimonianze recenti, diverse unità di polizia hanno iniziato a formare operatori specializzati nell’utilizzo dei droni, che oggi rappresentano una delle nuove competenze richieste in ambito di sicurezza.

Droni e controlli stradali

Con l’entrata in campo dei droni, le forze dell’ordine potrebbero presto cominciare a usarli con maggiore frequenza sulle nostre strade per vigilare sulle infrazioni, come l’eccesso di velocità, i sorpassi pericolosi e altri comportamenti scorretti. Tuttavia, la lettura di molti articoli che trattano di droni usati per misurare la velocità va presa con cautela. In realtà, rilevare la velocità di un veicolo dal cielo non è semplice e comporta un alto margine d’errore. I droni possono solo segnalare velocità molto elevate, ma difficilmente riescono a misurare con precisione il movimento dei veicoli a terra.

Non sostituiranno i radar

Anche se ci si aspetta un incremento dell’uso dei droni nel controllo del traffico a partire dalla prossima primavera, questi non prenderanno il posto dei più tradizionali autovelox. Un drone richiede un agente formato al suo utilizzo, un sistema di intercettazione o un’unità di controllo che riceva le segnalazioni. In altre parole, parliamo di una strumentazione complessa che richiede molte risorse umane e tecniche, rendendo i controlli effettuati tramite droni meno frequenti rispetto ai classici radar fissi.

La prevenzione attraverso la paura

Come spesso accade con i sistemi di controllo della velocità, anche il solo timore di essere monitorati può indurre gli automobilisti a rallentare. Anche se i droni non saranno onnipresenti, il fatto che vengano impiegati per il monitoraggio stradale potrebbe già rappresentare un deterrente efficace. La paura di essere sanzionati porta spesso a comportamenti più prudenti, contribuendo così alla sicurezza stradale.

In conclusione, l’uso dei droni per il controllo del traffico rappresenta un passo avanti nella tecnologia di sorveglianza, ma non senza difficoltà tecniche e operative. Tuttavia, il loro impiego mirato e la comunicazione efficace potrebbero già fare la differenza, riducendo il numero di infrazioni e rendendo le strade più sicure.

Gabriele Giordano
Gabriele Giordano
Gabriele Giordano, nato a Torino nel 1985, ha trasformato la sua passione per il mondo dei motori in una carriera brillante. Dopo aver conseguito una laurea in Ingegneria Meccanica al Politecnico di Torino, ha iniziato a lavorare come giornalista per diverse riviste specializzate, distinguendosi per la sua capacità di interpretare e spiegare le innovazioni tecnologiche nel settore automobilistico. Con una carriera che abbraccia più di un decennio, Gabriele continua a influenzare il panorama del giornalismo motoristico con le sue analisi approfondite e reportage appassionati.
Pubblicato in: Tendenze