Le app di navigazione sono ormai diventate alleate indispensabili per chi trascorre ore al volante. Ma una recente indagine ha svelato un risultato inaspettato: l’app più usata per segnalare gli autovelox non è Waze, come molti credono. Il primato, infatti, va a un’altra piattaforma già presente su quasi tutti gli smartphone.
Google Maps domina tra gli automobilisti
Secondo uno studio condotto da MarketWatch, il 70% degli automobilisti statunitensi utilizza Google Maps per ricevere avvisi su autovelox e limiti di velocità. Waze, spesso considerata la regina di questo campo, si ferma al 27%, mentre Apple Maps raccoglie appena il 25%.
Un risultato sorprendente se si pensa alla diffusione dell’iPhone e al legame naturale degli utenti Apple con le app di casa propria. Eppure, la forza dell’abitudine e l’affidabilità percepita sembrano pesare più del “marchio” del dispositivo.
Un automobilista intervistato ha raccontato: “Dopo anni con Android non riesco a rinunciare a Google Maps, anche con l’iPhone in tasca. È come tornare sempre sulla stessa strada: sai già cosa aspettarti”.
Il peso delle abitudini
Il successo di Google Maps si spiega anche con un fattore psicologico: la fiducia consolidata. Chi ha imparato a usare e a fidarsi delle segnalazioni di Google tende a restare fedele alla piattaforma, anche dopo un cambio di smartphone.
Waze, pur offrendo un’interfaccia più dinamica e una community molto attiva, non è riuscita a scalzare Google Maps nella quotidianità degli automobilisti. Forse perché, per molti utenti, la semplicità e la familiarità contano più di funzioni avanzate o grafica accattivante.
Un quasi-monopolio di Google
Il dato più interessante è che Google controlla entrambe le piattaforme: sia Maps che Waze. Questo doppio presidio del mercato consolida la sua posizione di forza nel settore della navigazione digitale, lasciando ad Apple solo un ruolo marginale.
Per gli automobilisti, ciò significa maggiore scelta e aggiornamenti costanti. Per il mercato, invece, si traduce in un dominio quasi assoluto da parte di Google, che continua ad accumulare dati preziosi sulle abitudini di guida degli utenti.
Il contesto normativo in Francia
Non ovunque, però, le app di navigazione possono segnalare liberamente gli autovelox. In Francia, ad esempio, la legge vieta di indicare la posizione esatta dei radar di controllo.
Per rispettare la normativa, Waze e Google Maps hanno introdotto le “zone di vigilanza”, aree più ampie che avvisano l’automobilista della possibile presenza di un autovelox senza rivelarne il punto preciso. Un compromesso tra utilità e rispetto delle regole, che ha permesso alle app di continuare a operare legalmente nel Paese.
Oltre gli autovelox: la sicurezza stradale
Ridurre il rischio di multe è solo una parte della storia. Le app di navigazione moderne sono diventate veri e propri strumenti di sicurezza stradale. Segnalano incidenti, traffico intenso, ostacoli sulla carreggiata e persino le zone a maggior rischio di sinistri.
In alcuni Paesi europei, per esempio, le applicazioni indicano le aree con alta frequenza di incidenti, spingendo gli automobilisti a una guida più prudente. È un’evoluzione che trasforma il navigatore da semplice guida digitale a un compagno di viaggio intelligente.
Il futuro della navigazione digitale
La supremazia di Google sembra solida, ma la partita non è chiusa. Apple sta investendo per migliorare Apple Maps, integrando dati in tempo reale e servizi più intuitivi. Nel frattempo, la concorrenza di start-up specializzate in intelligenza artificiale potrebbe portare nuove sorprese.
Una cosa è certa: le app di navigazione non sono più solo mappe sullo schermo, ma strumenti di mobilità connessa, sempre più integrati con l’auto, i sensori di sicurezza e perfino i sistemi di guida autonoma.
Il futuro del volante, insomma, si gioca anche dietro un’icona colorata sullo smartphone.
