AdBlue: finalmente una buona notizia per chi guida diesel

Scritto da Daniele Bianchi

Per anni, l’AdBlue è stato il tallone d’Achille di molti automobilisti diesel: guasti improvvisi, spie accese e riparazioni dal costo salato. Oggi, però, una decisione europea cambia le carte in tavola e offre finalmente una buona notizia a chi si è trovato a combattere con questo sistema antipoluzione.

Un’iniziativa che cambia le regole del gioco

Il gruppo Stellantis ha lanciato un programma di indennizzo di portata storica, destinato ai veicoli diesel prodotti tra gennaio 2014 e agosto 2020. Dopo un primo test in Italia, la misura viene ora estesa a tutta l’Unione Europea, grazie all’intervento della Commissione Europea.

Il piano prevede coperture fino a otto anni dalla data di fabbricazione e rimborsi che, nei casi più favorevoli, arrivano al 100% del costo dei ricambi. In particolare, i veicoli con meno di cinque anni e meno di 150.000 km percorsi riceveranno la copertura totale. Per le auto più anziane o con chilometraggi più elevati, il rimborso varierà tra il 30% e il 90%, a seconda delle condizioni del mezzo.

Anche la manodopera rientra nel piano di rimborso, seppure in forma parziale: ogni intervento verrà compensato con un forfait di 30 euro, un segnale concreto di riconoscimento verso i clienti che negli anni hanno dovuto sostenere spese significative per risolvere i problemi del sistema AdBlue.

Un’iniziativa retroattiva che fa la differenza

La vera rivoluzione di questa misura è la retroattività. Chi ha già pagato di tasca propria una riparazione legata all’AdBlue dal gennaio 2021 potrà chiedere un risarcimento. Stellantis metterà a disposizione, da metà gennaio 2024, una piattaforma online dove presentare la domanda, allegando fatture e documenti di officina.

Il calcolo del rimborso sarà basato sull’età del veicolo e sul chilometraggio al momento del guasto. Ma la notizia più interessante riguarda i casi di seconda panne: se entro 24 mesi o 50.000 km si verificasse un nuovo guasto, Stellantis coprirà interamente i costi della riparazione, inclusa la manodopera, a condizione che la prima fosse stata eseguita in un centro autorizzato.

Un precedente importante per l’industria automobilistica

Questa decisione rappresenta un segnale forte nel rapporto tra case automobilistiche e consumatori. L’iniziativa, sostenuta dalle associazioni dei consumatori e accolta con favore dall’organizzazione francese UFC-Que Choisir, dimostra come la pressione collettiva possa portare a risultati tangibili.

In passato, molti automobilisti europei si erano lamentati di guasti sistematici e costi di riparazione che superavano facilmente i 1.500 euro. Alcuni, esasperati, avevano persino optato per soluzioni illegali per disattivare il sistema. Con questo programma, Stellantis riconosce implicitamente la portata del problema e offre una compensazione che potrebbe fare scuola. Non è escluso, infatti, che altri costruttori seguano l’esempio, spinti dalle stesse autorità europee.

Cosa fare ora: pazienza e preparazione

Per i proprietari di auto interessate, la parola d’ordine è pazienza. I concessionari dovranno aggiornare le proprie procedure e il sistema di rimborso richiederà alcune settimane per entrare a pieno regime. Nel frattempo, è fondamentale conservare tutte le fatture e la documentazione delle riparazioni effettuate: serviranno per presentare la richiesta di rimborso sulla piattaforma ufficiale.

Anche se il contributo per la manodopera resta limitato, l’estensione del programma rappresenta un riconoscimento importante per chi ha dovuto affrontare disagi e spese impreviste. In un momento in cui la transizione ecologica impone standard sempre più severi, è incoraggiante vedere un grande gruppo automobilistico assumersi la responsabilità dei propri sistemi tecnici.

In sintesi

Il programma di rimborso di Stellantis segna una svolta per i proprietari di veicoli diesel dotati di sistema AdBlue. Coprendo le riparazioni e offrendo compensazioni retroattive, l’iniziativa contribuisce a ristabilire la fiducia tra costruttori e clienti. È un passo avanti per i diritti dei consumatori e un precedente che potrebbe cambiare il modo in cui l’industria affronta i propri errori tecnici.

Daniele Bianchi
Daniele Bianchi
Daniele Bianchi, nato a Milano nel 1980, è una figura di spicco nel giornalismo automobilistico italiano. Fin dalla giovane età ha nutrito una passione per le moto e le automobili, che lo ha portato a laurearsi in Comunicazione e Giornalismo all'Università di Bologna. Fondatore di Italiano Enduro, Daniele è conosciuto per la sua competenza tecnica e il suo stile narrativo coinvolgente.
Pubblicato in: Tendenze