Chi ha guidato per anni una Mercedes si abitua a un certo livello di comfort e raffinatezza. Ma cosa succede quando si scende da una premium tedesca per salire a bordo di una elettrica cinese che costa meno di 30.000 euro? La risposta arriva dalla prova di modelli come la BYD Dolphin e la MG4, che puntano a conquistare il cuore – e il portafoglio – degli automobilisti europei.
Cosa offre un’auto da 30.000 euro?
La BYD Dolphin rappresenta il riferimento più concreto: nella versione Active parte da 29.990 euro e punta dritta ai bestseller europei del segmento B/C. Poco sopra troviamo la MG4, leggermente più cara ma con una proposta più sportiva e la trazione posteriore.
Il vero limite per chi percorre molti chilometri in autostrada è la ricarica rapida: la versione base della Dolphin si ferma a 60 kW, un valore che rallenta i lunghi viaggi. Non a caso, molti tester consigliano la versione Comfort, più equilibrata tra prezzo, dotazioni e tempi di ricarica.
Va considerato anche che dal 2025 non esiste più la SEPP-subsidie, l’incentivo olandese per l’acquisto di EV: la convenienza dipende quindi solo dal prezzo di listino e dalle reali esigenze di chi acquista.
Riusciranno a sembrare premium?
Chi scende da una Mercedes nota subito due aspetti. Da un lato, le elettriche cinesi sorprendono per la maturità delle motorizzazioni: silenziose, con coppia immediata e consumi contenuti, soprattutto a velocità da traffico europeo. Dall’altro, le differenze emergono nei dettagli: la taratura delle sospensioni, la forma dei sedili e l’insonorizzazione restano funzionali, ma meno curate rispetto a una premium.
Sul fronte tecnologico, invece, la sfida è vinta: grandi schermi, software rapido, aggiornamenti OTA e funzioni sempre nuove. Alcuni sistemi di assistenza alla guida, però, risultano un po’ invadenti, con notifiche che possono distrarre chi preferisce un ambiente più rilassato.
Il nodo della ricarica
La vera verifica arriva nei viaggi lunghi. Chi ricarica principalmente a casa o in ufficio noterà poco la differenza. Ma chi affronta spesso l’autostrada si accorge che un picco di ricarica tra 60 e 88 kW impone soste pianificate con cura. Scegliere versioni con ricarica più veloce diventa quindi fondamentale per integrare queste auto in una routine quotidiana senza intoppi.
Il verdetto: razionale sì, emotivo forse
Alla fine il giudizio è chiaro. Con meno di 30.000 euro, una EV cinese come Dolphin o MG4 offre un pacchetto molto convincente: autonomia adeguata, costi di ricarica bassi e dotazioni ricche. Bisogna però considerare che le assicurazioni per le elettriche hanno costi più elevati, complici le spese di riparazione.
Sul piano emotivo, il marchio premium resta imbattuto per cura e prestigio. Ma sul piano pratico la differenza è minore di quanto ci si aspetti. Scegliendo l’allestimento giusto, queste elettriche trasformano il quotidiano in una guida silenziosa, scattante e aggiornata via software invece che con costose manutenzioni.
In sintesi: se le priorità sono razionalità, efficienza e convenienza, il passaggio da Mercedes a un’EV “Made in China” nel 2025 non è un passo indietro. È, sorprendentemente, un upgrade intelligente.
