Sturgis 2024 : tutto quello che c’è da sapere sul raduno motociclistico più atteso d’America
Scritto da Daniele Bianchi
Ogni motociclista lo sa: Sturgis non è solo un evento, è uno stato d’animo. Un richiamo potente per chi ama la strada, il rumore dei motori e l’atmosfera unica che solo questo raduno sa offrire. Anche nel 2024, migliaia di biker da ogni angolo degli Stati Uniti (e non solo) si sono ritrovati nella cittadina del South Dakota per vivere quella che è ormai una vera istituzione su due ruote.
Un’edizione tra musica, motori e… qualche polemica
Nonostante l’obiettivo comune fosse quello di sfuggire al rumore quotidiano e godersi il rombo dei V-Twin, c’è stato chi ha cercato di portare sul tavolo discussioni legate alla politica o al comportamento dei partecipanti. Che si trattasse di critiche sugli orari notturni o sui vicini di campeggio troppo rumorosi, poco importa: Sturgis ha continuato a fare ciò che fa meglio. Far divertire.
A dirlo è anche Michael Lichter, fotografo iconico del mondo biker, che da oltre quattro decenni documenta il raduno con il suo obiettivo affilato come una lama. “Dopo 45 anni – racconta con un sorriso – ho smesso di provare a capire quanti partecipanti ci siano davvero. I numeri variano in base all’interlocutore: un dato per il fisco, un altro per gli sponsor. Quello che conta? Che c’era abbastanza gente per divertirsi alla grande”.
Una tradizione che non ha bisogno di rivoluzioni
Cosa c’era di nuovo a Sturgis 2024? In verità, ben poco. Ed è questo il bello. L’anima del raduno resta quella di sempre: motociclette, musica dal vivo, birra a fiumi e tanta voglia di libertà. Certo, ci sono stati più concerti, gare dell’American Flat Track e una programmazione degli eventi distribuita meglio lungo le due settimane del festival. Ma lo spirito? Quello è rimasto intatto.
Per molti, Sturgis rappresenta un vero pellegrinaggio. Non importa quanti chilometri si debbano macinare, né le condizioni meteo: l’importante è esserci. E magari tornare a casa con qualche nuovo amico, un tatuaggio improvvisato e una buona dose di storie da raccontare.
Uno sguardo d’autore
Le immagini raccolte da Lichter raccontano più di mille parole. Dietro ogni scatto si cela un frammento di quell’energia che solo Sturgis sa generare: una coppia di biker abbracciati sotto la pioggia, un gruppo che balla davanti a un palco, un vecchio chopper con la vernice bruciata dal sole e l’orgoglio del tempo.
Non è solo un evento per appassionati di moto. È un luogo dove l’autenticità ha ancora valore, dove contano più le emozioni che le apparenze, dove ci si riscopre parte di una tribù rumorosa, colorata e dannatamente viva.
In conclusione
Sturgis 2024 non ha cercato di stupire con effetti speciali. Ha semplicemente continuato a essere sé stesso, ed è proprio questo il suo segreto. In un mondo che corre e cambia a velocità folli, ritrovare ogni anno quel punto fermo fatto di curve, musica rock e benzina ha un sapore sempre più prezioso.
Se non ci sei mai stato, forse è il momento di mettere la tua moto in marcia e scoprirlo di persona. Perché Sturgis non si racconta, si vive.
Daniele Bianchi, nato a Milano nel 1980, è una figura di spicco nel giornalismo automobilistico italiano. Fin dalla giovane età ha nutrito una passione per le moto e le automobili, che lo ha portato a laurearsi in Comunicazione e Giornalismo all'Università di Bologna. Fondatore di Italiano Enduro, Daniele è conosciuto per la sua competenza tecnica e il suo stile narrativo coinvolgente.