Un recente rapporto della Lega di Difesa degli Automobilisti ha gettato luce sui guadagni enormi derivanti dalla gestione dei radar stradali e delle multe. Questo documento punta il dito contro l’apparente priorità dello Stato di incassare denaro piuttosto che prevenire incidenti. Le cifre sono impressionanti e alimentano il dibattito pubblico sulla reale efficacia di questi strumenti nella sicurezza stradale.
Numeri impressionanti
- 12 miliardi di euro: è quanto lo Stato ha raccolto complessivamente dal 2003, anno in cui sono state introdotte le sanzioni automatiche.
- 1 miliardo di euro: il record di incassi dai radar nel solo anno 2017.
- 400 milioni di euro: stima dei ricavi statali nel 2020 da 7,3 milioni di contravvenzioni per eccessi di velocità inferiori a 5 km/h. Anche se queste infrazioni non comporteranno più la perdita di punti a partire dal 1° gennaio, continueranno comunque a riempire le casse statali.
- 240 milioni: il numero di punti patente sottratti dal 1992, anno dell’introduzione del sistema a punti.
- 14,6 milioni: i punti persi dai conducenti solo nel 2021. Di questi, oltre il 56% riguardava infrazioni minori come eccessi di velocità sotto i 20 km/h.
Questi dati evidenziano come le multe colpiscano principalmente i conducenti per infrazioni quotidiane e meno gravi, mentre le violazioni più pericolose rimangono una percentuale ridotta. Questo solleva interrogativi sulla reale equità del sistema.
Sicurezza stradale: una sfida globale
Gli incidenti stradali rimangono una delle principali cause di morte a livello mondiale. Secondo le statistiche:
- 1,35 milioni di persone muoiono ogni anno sulle strade del pianeta, con una media di 3.500 decessi al giorno, di cui 500 bambini. La maggior parte di questi avviene in paesi a reddito medio-basso, dove si concentra il 90% delle vittime.
- In Francia, fino a settembre 2023, si sono registrati 35.595 incidenti con feriti, con una riduzione del 5% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, i motociclisti restano tra le categorie più vulnerabili, rappresentando ancora 702 decessi negli ultimi 12 mesi, nonostante i miglioramenti nei dispositivi di sicurezza.
- Nel 2022, i morti sulle strade francesi sono stati 3.267, con gli uomini coinvolti nell’84% degli incidenti mortali.
La percezione pubblica sui radar
Secondo un sondaggio del 2018 condotto dall’Istituto Francese delle Scienze e Tecnologie dei Trasporti, il 72,4% degli intervistati concorda sul fatto che i radar siano percepiti come “pompe di denaro“. Questa opinione riflette una diffusa sfiducia nei confronti del sistema, che molti ritengono più orientato al profitto che alla sicurezza.
D’altra parte, la Sicurezza Stradale sostiene che il rispetto dei limiti di velocità sia molto alto: il 97,3% degli automobilisti mantiene la velocità sotto gli 80 km/h o non li supera di oltre 20 km/h. Tuttavia, rispettare queste regole è spesso considerato difficile, soprattutto per chi guida veicoli potenti come moto di grossa cilindrata.
Verso un equilibrio tra sicurezza e giustizia
Se da un lato è innegabile che i radar abbiano contribuito a ridurre il numero di incidenti, dall’altro la distribuzione delle sanzioni solleva dubbi sull’impostazione del sistema. Ridurre gli incidenti è cruciale, ma lo è anche garantire un approccio più equo e trasparente, che non penalizzi i conducenti per infrazioni minori, ma si concentri sulle violazioni davvero pericolose.
La sfida futura è trovare un bilanciamento che migliori la sicurezza sulle strade senza dare l’impressione che il sistema sia progettato principalmente per fare cassa.