Imitazione fallita: la “prima auto elettrica russa” diventa il bersaglio delle risate online

Scritto da Daniele Bianchi

La notizia della “prima auto elettrica russa” ha fatto il giro del web, diventando virale sui social media in pochissimo tempo. Ma come spesso accade quando qualcosa esplode online, la realtà sembra essere un po’ diversa. Sebbene l’auto in questione sia elettrica, non si tratta affatto della prima auto del genere prodotta in Russia, né di un modello destinato alla produzione in serie. Secondo quanto riportato dal quotidiano russo RBC, il veicolo che ha scatenato una valanga di meme e battute è, in realtà, un prototipo sviluppato da un gruppo di ingegneri dell’Università Politecnica di Mosca. La sua funzione? Testare un software destinato a essere integrato in veicoli elettrici futuri. Quindi, anziché una macchina di serie, parliamo di un quadriciclo elettrico, una sorta di veicolo simile alle “auto senza patente” che possiamo trovare anche in Francia.

Il progetto è stato realizzato da Avtotor, un’azienda che ha collaborato in passato con giganti dell’industria automobilistica come BMW, General Motors e Chery. Se dobbiamo fare chiarezza, ecco alcuni punti essenziali per comprendere meglio la situazione:

  • Non siamo di fronte a un’auto destinata alla produzione in serie.
  • Il veicolo non ha omologazione come auto ufficiale.
  • Non si tratta della prima auto elettrica russa.
Auto elettrica russa

Un erede del Multipla?

Se non fosse chiaro, questa “auto” è davvero difficile da guardare. O meglio, il suo design lascia molto a desiderare. Un termine che viene facilmente in mente osservandola è “brutta”, ma, ovviamente, la bellezza è soggettiva. Personalmente, la sua estetica mi ricorda quella di un veicolo uscito da un errore di produzione: una fusione tra un Lego mal riuscito e un’auto di consegne fuori posto. Eppure, anche se non si tratta di una vera e propria vettura da strada, l’Avtotor Amber (o “Amber Auto”, come riportano alcuni media) ha suscitato una valanga di reazioni sul web. Su Clubic, qualcuno ha commentato: «Peggio di un’auto Playmobil… Sono ancora senza parole…». E su X (ex Twitter) la reazione è stata ancora più drastica: «È ufficialmente l’auto più brutta della storia, non accetto discussioni».

Non si può negare che, nonostante il nome altisonante, l’auto non solo non è destinata al grande pubblico, ma ha anche un design che non ha lasciato indifferenti gli utenti, scatenando risate e ironia. Se dovessimo descriverla in un unico termine, direi che sembra una piccola camionetta di consegna uscita da un film di fantascienza, con fari piazzati in modo casuale. A ben vedere, però, la sua stranezza potrebbe anche essere la sua unica “peculiarità”.

Auto russa

Lada e l’aiuto della Cina per il futuro delle auto elettriche russe

Tornando alla questione delle auto elettriche in Russia, è interessante notare che, contrariamente a quanto suggerito da questa curiosa “prima auto russa”, esistono già altri progetti in fase avanzata. Ad esempio, la Lada ha recentemente avviato la produzione della Lada e-Largus, una versione elettrica della Dacia Logan MCV, che viene definita come un SUV elettrico con un’autonomia di 400 km, secondo il ciclo NEDC (che è più permissivo rispetto all’attuale WLTP). Questo è un passo significativo, anche se, come spesso accade, il progetto si avvale della collaborazione con aziende cinesi per l’approvvigionamento di componenti e materie prime.

Il coinvolgimento di Avtotor con Chery, che dura ormai da oltre dieci anni, è un segno positivo per il futuro del settore automobilistico russo. Se un prototipo come l’Avtotor Amber è stato realizzato con l’aiuto di ingegneri di questa azienda, è probabile che in futuro vedremo altri sviluppi nel campo delle auto elettriche in Russia, sebbene, al momento, sia chiaro che siamo ancora lontani da una vera produzione di massa.

Daniele Bianchi
Daniele Bianchi
Daniele Bianchi, nato a Milano nel 1980, è una figura di spicco nel giornalismo automobilistico italiano. Fin dalla giovane età ha nutrito una passione per le moto e le automobili, che lo ha portato a laurearsi in Comunicazione e Giornalismo all'Università di Bologna. Fondatore di Italiano Enduro, Daniele è conosciuto per la sua competenza tecnica e il suo stile narrativo coinvolgente.
Pubblicato in: Tendenze