La questione dei limiti di velocità per le motociclette ha recentemente fatto discutere al Parlamento Europeo, dove si è lavorato sulla riforma del permesso di guida per l’intero territorio dell’Unione. La proposta di introdurre velocità differenziate per i motociclisti è stata tra gli argomenti più dibattuti, ma alla fine è stata respinta. Vediamo come si è arrivati a questa decisione.
La Commissione Trasporti e le proposte controverse
Nel 2023, la Commissione Trasporti del Parlamento Europeo ha avviato una serie di discussioni per aggiornare il quadro normativo legato ai permessi di guida. Tra le varie proposte, una delle più controverse era quella di imporre limiti di velocità differenziati in base alla tipologia di patente. L’idea prevedeva un tetto massimo di 90 km/h per le moto con patente A1, 100 km/h per quelle con patente A2 e 110 km/h per le moto con patente A. Questo avrebbe segnato una svolta significativa rispetto alla normativa attuale, che si concentra esclusivamente sui limiti di potenza dei veicoli (11 kW per A1 e 35 kW per A2).
La proposta ha generato non poche perplessità tra i motociclisti e le associazioni di categoria, che hanno sottolineato come una regolamentazione simile avrebbe potuto penalizzare i conducenti esperti e creare ulteriori disparità.
Il voto decisivo e le decisioni adottate
A metà dicembre, la Commissione Trasporti si è riunita per votare le diverse proposte di modifica. Con una maggioranza risicata di 22 voti favorevoli contro 21 contrari e 2 astensioni, il testo complessivo della riforma è stato approvato, ma senza includere i limiti di velocità differenziati per le motociclette. Questo rigetto è stato accolto positivamente da molti rappresentanti del settore, che temevano un impatto negativo sulla mobilità e sulla sicurezza stradale.
Tra le modifiche approvate, invece, spiccano alcune novità rilevanti come:
- Una durata minima di validità amministrativa del permesso di guida fissata a 15 anni per auto e moto.
- L’obbligo di sottoporsi a un controllo medico durante il rinnovo della patente.
- Una revisione degli apprendimenti per i neopatentati, con un approccio più pratico e realistico alle dinamiche della guida.
- L’adozione diffusa del permesso probatorio per i nuovi conducenti.
- La digitalizzazione completa dei permessi di guida, in linea con l’obiettivo dell’Unione Europea di modernizzare i servizi pubblici.
Prossimi passi e possibili evoluzioni
Il testo riformato passerà ora al voto in sessione plenaria al Parlamento Europeo, probabilmente durante la prima seduta del 2024. Questa fase sarà cruciale per definire l’approvazione finale e l’eventuale introduzione delle nuove regole nei vari Stati membri.
La decisione di non applicare limiti di velocità specifici per le moto riflette l’equilibrio necessario tra la sicurezza stradale e la libertà di movimento. Tuttavia, l’introduzione di altre misure, come la digitalizzazione e l’aggiornamento degli apprendimenti, potrebbe rappresentare un passo avanti significativo per migliorare la qualità della guida nell’Unione Europea.