Il dibattito sull’efficacia della nuova generazione di piloti MotoGP non è certo nuovo. Da sempre, lo sport motoristico è stato testimone di confronti tra epoche diverse, con le vecchie glorie spesso considerate superiori rispetto ai nuovi campioni. Ma è davvero così? Le statistiche possono offrirci una visione più chiara delle differenze tra i campioni del passato e quelli attuali, smontando, almeno in parte, l’idea che “una volta era tutto migliore”.
Grandi campioni del passato e del presente
Quando si parla dei piloti più celebri della MotoGP, nomi come Valentino Rossi, Casey Stoner e Marc Marquez vengono immediatamente alla mente. Questi campioni, ciascuno a suo modo, hanno segnato un’epoca. Ma negli ultimi anni, l’uscita di scena di icone come Rossi e Stoner e il ridimensionamento delle prestazioni di Marquez a causa di un grave infortunio, hanno aperto la strada a una nuova generazione di talenti.
Alcuni critici, come Alberto Puig, team manager della Honda, non hanno esitato a sottolineare che la generazione attuale, pur rispettabile, non regge il confronto con quella precedente. A suo dire, Rossi, Lorenzo e Stoner erano “speciali”, una spanna sopra i piloti di oggi come Quartararo, Bagnaia e Mir.
Le vittorie si fanno meno dominanti

Guardando ai numeri, emerge un quadro interessante. Mentre piloti come Rossi e Marquez hanno spesso dominato con stagioni in cui riuscivano a vincere oltre la metà delle gare, oggi le vittorie sono distribuite su un numero maggiore di piloti. Nel 2020, ad esempio, ben nove diversi corridori hanno conquistato il gradino più alto del podio, e lo stesso trend si è mantenuto nelle stagioni successive.

Questo non significa che i campioni attuali siano meno competitivi, ma riflette piuttosto l’evoluzione della MotoGP. Le moto sono migliorate in termini di prestazioni e affidabilità, e ciò ha permesso a più team di lottare per la vittoria. Un esempio significativo è la Ducati, che nel 2022 ha portato ben otto moto in pista, accumulando un numero impressionante di pole e podi.
Le statistiche contano ancora

Nonostante la diminuzione delle vittorie per singolo pilota, i numeri dimostrano che i campioni di oggi non sono da sottovalutare. Per esempio, Fabio Quartararo nel 2021 ha vinto “solo” cinque gare, ma ha mantenuto una media punti per gara elevata, dimostrando una notevole costanza. Bagnaia, invece, pur con sette vittorie nel 2022, ha mostrato una certa discontinuità nei risultati, a causa di alcuni ritiri che hanno inciso sulla sua media.

Le medie punti per gara sono un indicatore chiave per misurare le prestazioni complessive di un pilota. In questo senso, i numeri di Rossi e Marquez restano impressionanti, ma anche i giovani campioni hanno dimostrato di poter competere ad alti livelli, nonostante la concorrenza più ampia e la maggiore parità tecnica tra i team.

Una generazione che può crescere
In conclusione, se è vero che la nuova generazione di piloti sembra meno dominante rispetto ai giganti del passato, va considerato il contesto. La competizione è più equilibrata, e il livello complessivo si è alzato. Questo significa che ogni vittoria è più difficile da ottenere, ma anche più preziosa. Con il tempo, Bagnaia, Quartararo e Mir potrebbero diventare le nuove leggende di questo sport, soprattutto se continueranno a migliorare in termini di costanza e risultati complessivi.