Ci sono classifiche che scaldano il cuore, accendono discussioni tra amici e scatenano l’invidia del vicino di garage. E poi ci sono le classifiche come questa: le 19 moto più brutte di sempre. Sì, proprio quella che nessun motociclista sogna di vedere la propria tra le vincitrici! Preparatevi, perché anche l’orrido ha i suoi estimatori (e più di qualcuno ha pure messo mano al portafogli!).
È solo una questione di gusti? Non proprio…
A scanso di equivoci, mettiamo subito in chiaro che qui si parla di estetica e, si sa, non è tutto nella vita… ma quanto pesa! Se il mondo delle due ruote ruota attorno al bello, allora il lato oscuro merita la sua ribalta. Questa lista nasce da uno scontro tra valutazioni personali (sì, abbiamo avuto il coraggio di guardarle in faccia) e dati oggettivi: perché alcune moto sono irrimediabilmente brutte anche per la statistica. E qui, chi ama il trash, si sentirà accontentato!
Quando il design fa il giro e (forse) diventa arte… o incubo!
- Ci capita una moto talmente brutta che sembra voler chiudere il cerchio e diventare quasi interessante. Nata nel 1958 (riproposta anche nel 1965, perché l’orrore non va mai fuori moda), aveva un’altezza da terra ridicola e guidarla significava rischiare di piantarsi su ogni marciapiede. Per non parlare delle prestazioni: avvilenti su tutta la linea.
- Un’altra due ruote è stata soprannominata la “fabbrica vedove”: velocissima, ma solo in rettilineo, rettissimo! Guidabilità da incubo e freni che lasciavano a desiderare. E se da ferma la linea non emozionava, su strada peggiorava le cose. Da guardare con cautela… e pastiglie nuove in tasca.
- Dal 1978 al 1983 fanno capolino moto in plastica con cerchi dal tono “ottone” e misteriose scritte “turbo” sulla marmitta. Nella lista delle domande a cui nessun motociclista ha davvero voluto una risposta, ecco difetti congeniti tra motore e aerodinamica, con un’estetica indifendibile.
Onore (e qualche fischio) al Made in Italy & non solo
- Alla settima posizione troviamo l’intero marchio Moto Guzzi. Certo, ha segnato la storia italiana delle due ruote, ma quelle linee… spesso spigolose e cromaticamente riconoscibili in rosso, lasciano perplesso chi cerca eleganza e armonia. Qualche modello di rara bellezza qua e là, ma la regola è un’estetica coraggiosa e poco sinuosa.
- Un’altra italiana nata per l’off-road, all’apparenza una “ranocchia” pronta al salto. Peccato che la maneggevolezza, le sospensioni e la frenata abbiano scoraggiato anche il motociclista più temerario. Qui il design e la funzionalità corrono in direzioni opposte, meglio prenderla… con filosofia.
- Nel 2003, in pieno fermento di stile tricolore, spunta un abominio tra le Ducati: una linea così indefinita da tornare interessante (ma anche qui, la parola “incubo” è ricorrente). Eppure, qualcuno l’ha apprezzata, dimostrando che il gusto motociclistico è un universo a sé.
Quando i giganti inciampano: BMW, Honda & Harley Davidson
- Nessuno è immune dallo scivolone. BMW si lascia prendere la mano dalla ricerca dell’aerodinamica, sfornando una K1 che massacra pesi, maneggevolezza e linee. Un proiettile futuristico… destinato a rimanere fermo ai box dei nostalgici dello stile “exploit”.
- E quando una moto richiama l’altra? Qui abbiamo due esemplari (1988 e 1989) che, come nella corsa alla luna, sembrano contendersi il trofeo della peggior interpretazione di un siluro. Aerodinamica esasperata e prestazioni da velocità nel deserto… ma sulla strada, meglio dimenticare l’esperienza (e la linea).
- Anche Honda, solitamente incarnazione dell’equilibrio, osa troppo: un modello dall’aspetto sconfortante, cilindrata esagerata e prezzo fuori scala. Tutto fuori misura, tutto senza logica: e la domanda resta, chi volevano conquistare?
- E infine, la vincitrice: Harley Davidson, che dopo 60 anni di successi decide, con rilassata sicurezza, di dedicarsi allo scooter con il mitico topper. L’esperimento dura cinque anni: bastano e avanzano per capire che meglio tornare su chopper e custom… Il bello dell’autocritica!
Un consiglio dal fondo: amate la vostra moto, ma non nascondete la verità
Moto brutte? Ne esistono a migliaia e questa classifica fa sorridere chi ha il coraggio di ammetterlo. Un consiglio? Scegliete sempre la moto che vi fa battere il cuore, anche se non vince il concorso di bellezza. L’importante è che vi porti avanti… e che nessuno debba abbassare lo sguardo parcheggiando!
