Un contadino inglese salva per caso un’icona Bentley di quasi 100 anni

Scritto da Daniele Bianchi

Sembra l’inizio di un film britannico ambientato nella campagna più profonda: una vecchia stalla abbandonata, travi di legno che scricchiolano e una porta che non si apre da decenni. Dietro quella porta, nascosta sotto anni di polvere e ragnatele, giace un tesoro a quattro ruote: una Bentley del 1935, un simbolo di eleganza e potenza dimenticato nel tempo.

Cinquant’anni di silenzio

Il modello in questione è una Derby Bentley, una delle vetture prodotte da Rolls-Royce nei primi anni Trenta, dopo l’acquisizione dello storico marchio britannico. L’auto, raccontano gli esperti del Bentley Drivers Club, è rimasta ferma per più di mezzo secolo in una fattoria del Dorset.

La ragione? Pare che un problema alle sospensioni ne avesse impedito la revisione. L’allora proprietario, un contadino pragmatico e con pochi fronzoli, scelse la via più semplice: parcheggiarla nel fienile e “pensarci un altro giorno”. Solo che quel giorno non arrivò mai. Così, mentre fuori il mondo cambiava — dalla Swinging London agli anni dei computer — la vecchia Bentley restava lì, immobile, come una capsula del tempo di un’epoca passata.

Da icona a tesoro nascosto

Negli anni Trenta la Derby Bentley era tutt’altro che un’auto comune. Con un motore a sei cilindri da 3,5 o 4,25 litri, una carrozzeria realizzata dai migliori artigiani inglesi e la meccanica raffinata di Rolls-Royce, rappresentava l’essenza stessa del lusso e della velocità.

Quando, dopo più di cinquant’anni, qualcuno ha finalmente aperto quella porta, l’immagine che si è presentata è stata quasi poetica: una silhouette ancora riconoscibile, la linea elegante del cofano lunga e affusolata, e una patina di ruggine che raccontava storie più di qualsiasi targa d’epoca.

La rinascita all’asta

La notizia della scoperta ha fatto rapidamente il giro del Regno Unito. La casa d’aste Charterhouse Classic Cars ha portato la Bentley alla luce, attirando immediatamente l’attenzione di collezionisti e appassionati. Nonostante le sue condizioni precarie, la vettura è stata venduta per oltre 74.000 dollari, una cifra che riflette non solo il valore storico del modello, ma anche il fascino irresistibile delle cosiddette barn finds, i “ritrovamenti da fienile” tanto amati dagli amatori di auto d’epoca.

Chi ha acquistato l’auto si trova ora davanti a un bivio: restaurarla fino all’ultimo bullone, riportandola al suo antico splendore, o conservarne la patina autentica, lasciando che il tempo resti visibile su ogni curva e dettaglio. Qualunque sia la scelta, serviranno mesi di lavoro su motore, impianto frenante, carburazione e cablaggi — ma il potenziale è straordinario.

Più di un’automobile

C’è qualcosa di profondamente umano in storie come questa. Non si tratta solo di acciaio e cilindri, ma di memoria, cura e casualità. Quel contadino del Dorset, senza saperlo, ha custodito per decenni un frammento di storia automobilistica.

Oggi quella Bentley non è più un rottame dimenticato, ma una testimonianza del passato che torna a respirare. E mentre i meccanici si preparano a riaccendere il suo motore, nel mondo degli appassionati di auto classiche circola già una domanda piena di emozione: come suonerà il suo sei cilindri, dopo cinquant’anni di silenzio?

Daniele Bianchi
Daniele Bianchi
Daniele Bianchi, nato a Milano nel 1980, è una figura di spicco nel giornalismo automobilistico italiano. Fin dalla giovane età ha nutrito una passione per le moto e le automobili, che lo ha portato a laurearsi in Comunicazione e Giornalismo all'Università di Bologna. Fondatore di Italiano Enduro, Daniele è conosciuto per la sua competenza tecnica e il suo stile narrativo coinvolgente.
Pubblicato in: Tendenze