Comprare un’auto elettrica cinese direttamente dalla Cina? Tutte le trappole da evitare

Scritto da Daniele Bianchi

L’idea di acquistare un’auto elettrica direttamente dalla Cina con un semplice clic può sembrare allettante: prezzi bassi, modelli futuristici e consegna a domicilio. Ma dietro alle offerte scintillanti delle piattaforme online si nascondono insidie che rischiano di trasformare il sogno “green” in una costosa delusione.

Ordinare un’auto elettrica dalla Cina: sì, si può

Negli ultimi mesi è comparso un nuovo attore nel mondo dell’auto online: il portale China EV Marketplace, che consente ai clienti europei di acquistare auto elettriche o ibride cinesi direttamente dai produttori, con la promessa di una consegna rapida e prezzi imbattibili.

Marchi come BYD, Nio, Xiaomi o Leapmotor propongono modelli di ultima generazione, ricchi di tecnologia, con schermi enormi, assistenza alla guida e autonomia di tutto rispetto. Alcune versioni non sono nemmeno ancora disponibili nei concessionari europei, e questo rende l’offerta ancora più intrigante per chi vuole distinguersi.

Tuttavia, tra moduli di pagamento digitali, contratti in inglese o cinese e procedure di importazione non sempre trasparenti, la realtà è spesso più complicata delle promesse di marketing.

Prezzi bassi e modelli accattivanti: il fascino (e l’inganno) dell’affare

Non c’è dubbio che i listini siano molto più bassi rispetto a quelli europei. A parità di dotazioni, una berlina cinese può costare anche il 30% in meno di una concorrente occidentale. Tuttavia, bisogna ricordare che la cifra mostrata online non rappresenta il costo finale.

Dietro l’apparente convenienza si nascondono spese accessorie — come trasporto, assicurazione marittima e dazi doganali — che possono far lievitare il prezzo complessivo anche del 20%. Senza contare che la procedura di omologazione europea, indispensabile per immatricolare il veicolo, non è sempre inclusa nel pacchetto.

In altre parole: l’auto potrebbe arrivare a casa, ma non necessariamente essere pronta a circolare su strada.

Incompatibilità tecniche e servizi limitati

Il punto più critico riguarda la compatibilità tecnica. In Cina, la maggior parte delle auto elettriche utilizza lo standard di ricarica GB/T, mentre in Europa prevale il CCS. Questo significa che, per poter ricaricare l’auto, serve un adattatore specifico — costoso e non sempre disponibile — oppure una modifica all’impianto elettrico del veicolo.

Ci sono poi altri ostacoli meno evidenti ma altrettanto fastidiosi: sistemi multimediali completamente in lingua cinese, mappe GPS non aggiornate per l’Europa, assenza del servizio eCall (obbligatorio nell’UE) e aggiornamenti software che si appoggiano a server non accessibili dal nostro continente.

Un altro problema riguarda l’assistenza: in caso di guasto, ottenere ricambi originali o un supporto tecnico può richiedere mesi, con costi imprevisti e difficoltà logistiche non indifferenti.

Tasse, burocrazia e costi nascosti

Il prezzo pubblicizzato sul sito è solo l’inizio. Al momento dell’acquisto bisogna mettere in conto una lunga lista di spese aggiuntive:

  • Dazi doganali tra il 10% e il 20% del valore dell’auto;
  • IVA europea, da pagare all’importazione;
  • Costi di sdoganamento e trasporto, spesso non inclusi;
  • Spese di immatricolazione e assicurazione, più complesse per i veicoli importati.

Anche se alcuni portali promettono un servizio di “assistenza all’omologazione”, nella realtà spesso si tratta solo di una consulenza minima. Tutte le pratiche burocratiche restano a carico del cliente, che dovrà rivolgersi a enti locali e motorizzazioni per completare l’immatricolazione.

Un’opportunità da valutare con prudenza

Comprare un’auto elettrica cinese online può sembrare una scorciatoia per accedere a un mercato in rapida crescita e a modelli tecnologicamente avanzati. Tuttavia, le barriere tecniche, i rischi burocratici e le incertezze sull’assistenza post-vendita rendono questa scelta tutt’altro che priva di rischi.

Chi desidera provarci dovrebbe affidarsi solo a piattaforme verificate, leggere con attenzione i contratti e valutare il costo totale “chiavi in mano”, non solo il prezzo allettante mostrato sullo schermo.

Come dicono gli esperti del settore automobilistico: “un buon affare è tale solo se puoi davvero guidarlo.”

Daniele Bianchi
Daniele Bianchi
Daniele Bianchi, nato a Milano nel 1980, è una figura di spicco nel giornalismo automobilistico italiano. Fin dalla giovane età ha nutrito una passione per le moto e le automobili, che lo ha portato a laurearsi in Comunicazione e Giornalismo all'Università di Bologna. Fondatore di Italiano Enduro, Daniele è conosciuto per la sua competenza tecnica e il suo stile narrativo coinvolgente.
Pubblicato in: Tendenze