L’idea di acquistare un’auto elettrica direttamente dalla Cina con un semplice clic può sembrare allettante: prezzi bassi, modelli futuristici e consegna a domicilio. Ma dietro alle offerte scintillanti delle piattaforme online si nascondono insidie che rischiano di trasformare il sogno “green” in una costosa delusione.
Ordinare un’auto elettrica dalla Cina: sì, si può
Negli ultimi mesi è comparso un nuovo attore nel mondo dell’auto online: il portale China EV Marketplace, che consente ai clienti europei di acquistare auto elettriche o ibride cinesi direttamente dai produttori, con la promessa di una consegna rapida e prezzi imbattibili.
Marchi come BYD, Nio, Xiaomi o Leapmotor propongono modelli di ultima generazione, ricchi di tecnologia, con schermi enormi, assistenza alla guida e autonomia di tutto rispetto. Alcune versioni non sono nemmeno ancora disponibili nei concessionari europei, e questo rende l’offerta ancora più intrigante per chi vuole distinguersi.
Tuttavia, tra moduli di pagamento digitali, contratti in inglese o cinese e procedure di importazione non sempre trasparenti, la realtà è spesso più complicata delle promesse di marketing.
Prezzi bassi e modelli accattivanti: il fascino (e l’inganno) dell’affare
Non c’è dubbio che i listini siano molto più bassi rispetto a quelli europei. A parità di dotazioni, una berlina cinese può costare anche il 30% in meno di una concorrente occidentale. Tuttavia, bisogna ricordare che la cifra mostrata online non rappresenta il costo finale.
Dietro l’apparente convenienza si nascondono spese accessorie — come trasporto, assicurazione marittima e dazi doganali — che possono far lievitare il prezzo complessivo anche del 20%. Senza contare che la procedura di omologazione europea, indispensabile per immatricolare il veicolo, non è sempre inclusa nel pacchetto.
In altre parole: l’auto potrebbe arrivare a casa, ma non necessariamente essere pronta a circolare su strada.
Incompatibilità tecniche e servizi limitati
Il punto più critico riguarda la compatibilità tecnica. In Cina, la maggior parte delle auto elettriche utilizza lo standard di ricarica GB/T, mentre in Europa prevale il CCS. Questo significa che, per poter ricaricare l’auto, serve un adattatore specifico — costoso e non sempre disponibile — oppure una modifica all’impianto elettrico del veicolo.
Ci sono poi altri ostacoli meno evidenti ma altrettanto fastidiosi: sistemi multimediali completamente in lingua cinese, mappe GPS non aggiornate per l’Europa, assenza del servizio eCall (obbligatorio nell’UE) e aggiornamenti software che si appoggiano a server non accessibili dal nostro continente.
Un altro problema riguarda l’assistenza: in caso di guasto, ottenere ricambi originali o un supporto tecnico può richiedere mesi, con costi imprevisti e difficoltà logistiche non indifferenti.
Tasse, burocrazia e costi nascosti
Il prezzo pubblicizzato sul sito è solo l’inizio. Al momento dell’acquisto bisogna mettere in conto una lunga lista di spese aggiuntive:
- Dazi doganali tra il 10% e il 20% del valore dell’auto;
- IVA europea, da pagare all’importazione;
- Costi di sdoganamento e trasporto, spesso non inclusi;
- Spese di immatricolazione e assicurazione, più complesse per i veicoli importati.
Anche se alcuni portali promettono un servizio di “assistenza all’omologazione”, nella realtà spesso si tratta solo di una consulenza minima. Tutte le pratiche burocratiche restano a carico del cliente, che dovrà rivolgersi a enti locali e motorizzazioni per completare l’immatricolazione.
Un’opportunità da valutare con prudenza
Comprare un’auto elettrica cinese online può sembrare una scorciatoia per accedere a un mercato in rapida crescita e a modelli tecnologicamente avanzati. Tuttavia, le barriere tecniche, i rischi burocratici e le incertezze sull’assistenza post-vendita rendono questa scelta tutt’altro che priva di rischi.
Chi desidera provarci dovrebbe affidarsi solo a piattaforme verificate, leggere con attenzione i contratti e valutare il costo totale “chiavi in mano”, non solo il prezzo allettante mostrato sullo schermo.
Come dicono gli esperti del settore automobilistico: “un buon affare è tale solo se puoi davvero guidarlo.”
