Dopo anni di annunci, promesse e aspettative, il supercomputer Dojo di Tesla chiude i battenti. La notizia arriva direttamente da Elon Musk, che in poche righe ha confermato la fine di uno dei progetti più ambiziosi nella storia recente dell’intelligenza artificiale applicata all’automotive.
La fine di Dojo 2
Con un messaggio pubblicato su X, Elon Musk ha annunciato ufficialmente la sospensione definitiva dello sviluppo di Dojo, il supercomputer progettato per l’addestramento delle reti neurali alla base della guida autonoma e dei robot umanoidi Tesla.
Il progetto, attivo dal 2019, era considerato un pilastro della strategia tecnologica dell’azienda. Eppure, a pochi mesi dalle previsioni di un’espansione globale — Musk aveva ipotizzato che “Dojo 2” sarebbe stato pienamente operativo nel 2026 — Tesla ha deciso di staccare la spina.
Secondo quanto spiegato dallo stesso CEO, la decisione è maturata nel momento in cui è apparso chiaro che la futura evoluzione dell’hardware sarebbe confluita nella nuova AI6-chip, rendendo superfluo proseguire con Dojo.
Focus su AI5 e AI6
L’interruzione di Dojo non significa però una ritirata dal campo dell’intelligenza artificiale. Al contrario, Tesla ha spostato tutte le risorse sullo sviluppo delle nuove architetture AI5 e AI6, realizzate rispettivamente da TSMC e Samsung.
- AI5 sarà dedicata al potenziamento del sistema di guida autonoma Full Self-Driving (FSD);
- AI6, invece, avrà un ruolo più ampio: gestirà non solo la guida autonoma, ma anche l’addestramento delle reti neurali e le funzioni cognitive dei robot umanoidi Optimus.
Musk ha definito inefficiente la coesistenza di progetti paralleli e ha spiegato che concentrare lo sviluppo su un’unica architettura consentirà di ridurre i costi e semplificare l’infrastruttura hardware.
“Tesla AI5 e AI6 — ha dichiarato — saranno eccellenti per l’elaborazione e sufficientemente potenti anche per l’addestramento. Tutti gli sforzi andranno in quella direzione.”
In tono ironico, ha aggiunto: “Potremmo chiamarlo Dojo 3, ma con meno cavi e più efficienza.”
Da Dojo a Cortex
Per anni, Dojo è stato presentato come la chiave per rendere realtà la guida autonoma completa. Ma già dal 2024 Musk aveva iniziato a parlarne meno, sostituendo quel nome con un nuovo protagonista: Cortex, un enorme supercomputer per l’addestramento di intelligenze artificiali installato presso il quartier generale Tesla di Austin.
Non è ancora chiaro se Cortex sia un’evoluzione diretta di Dojo o un progetto completamente distinto. Allo stesso modo, resta incerta la sorte dell’impianto Dojo di Buffalo, New York, in cui Tesla avrebbe investito circa 500 milioni di dollari. Nessuna informazione ufficiale è stata fornita sul suo futuro utilizzo.
Una svolta in un momento delicato
La chiusura di Dojo arriva in un periodo complesso per Tesla. Le vendite globali di veicoli elettrici sono in calo, mentre l’immagine del marchio ha risentito delle dichiarazioni pubbliche e politiche di Musk.
Nonostante ciò, il miliardario sudafricano continua a rassicurare gli investitori, ribadendo che il futuro dell’azienda passa dai veicoli autonomi e dai robot intelligenti. Tuttavia, la recente presentazione della flotta di robotaxi ad Austin non ha convinto tutti: diverse segnalazioni hanno evidenziato comportamenti di guida incerti e difficoltà nei contesti urbani complessi.
Questa nuova strategia, con l’abbandono di Dojo a favore di AI5 e AI6, segna quindi una fase di razionalizzazione tecnologica. Tesla non abbandona l’intelligenza artificiale, ma la ripensa, puntando su un’integrazione più coerente tra hardware e software.
Un cambio di rotta necessario per restare competitiva in un mercato dove i rivali — da Nvidia a Google DeepMind, fino a OpenAI — stanno accelerando nella corsa all’AI. E per Musk, come sempre, la sfida è una sola: reinventare il futuro, anche a costo di sacrificare una parte del passato.
