Fanno rifornimento in Italia e trovano sabbia o acqua nel serbatoio: l’avviso ai turisti

Scritto da Daniele Bianchi

Fare rifornimento è un gesto automatico per chi viaggia in auto. Ma per due turisti svizzeri, un pieno in Italia si è trasformato in una disavventura costosa. I casi, pur rari, hanno acceso i riflettori sulla qualità dei carburanti e sulla manutenzione delle stazioni di servizio.

Sabbia nel diesel: vacanza finita prima del previsto

Era la fine di agosto quando un automobilista svizzero, di ritorno verso casa, ha deciso di fermarsi a fare il pieno in una piccola stazione di servizio degli Abruzzi, intorno alle tre del mattino. Pochi chilometri dopo, la sua Volkswagen Tiguan ha iniziato a singhiozzare fino a fermarsi del tutto.

Una volta rientrato in Svizzera con il carro attrezzi, la diagnosi del meccanico non ha lasciato dubbi: sabbia nel serbatoio. Il danno è stato devastante per l’intero impianto di alimentazione, con una spesa di oltre 4.800 euro tra sostituzione del serbatoio e sistema di iniezione. “Di solito evito le pompe isolate,” ha raccontato l’uomo, “ma quella notte non volevo rischiare di restare senza carburante. Col senno di poi, avrei fatto meglio ad aspettare.”

Acqua al posto del diesel: un altro caso inquietante

Pochi giorni dopo, un secondo turista svizzero ha vissuto una storia simile, questa volta in una stazione Esso ufficiale a Portogruaro, lungo l’autostrada Venezia-Trieste. Subito dopo aver fatto il pieno, l’auto ha perso potenza e sul cruscotto si è accesa la spia di avaria. In officina, la diagnosi è stata chiara: acqua nella benzina.

Il costo della riparazione, incluso il traino, ha superato i 1.200 euro. “È assurdo,” ha commentato il conducente, “mi hanno letteralmente servito acqua invece di gasolio.” L’azienda Esso Italia e il gestore della stazione hanno negato problemi sistemici, sostenendo che i controlli di qualità sono frequenti e che, in casi del genere, esistono coperture assicurative.

Come possono verificarsi questi episodi

Secondo esperti del settore, non si tratta necessariamente di frode o negligenza intenzionale. Nelle vecchie cisterne di stoccaggio, infatti, possono accumularsi nel tempo condensa o residui fangosi, che finiscono poi nel carburante se i serbatoi non vengono puliti regolarmente.

Il Touring Club Svizzero (TCS) ha precisato che, nei test effettuati su oltre 200 distributori, il livello di acqua nel carburante era sempre nei limiti di legge. Anche la rappresentanza diplomatica italiana ha confermato che si tratta di casi isolati, ricordando che ogni anno milioni di turisti fanno rifornimento in Italia senza alcun problema.

Cosa fare se succede a te

Un solo pieno contaminato può rovinare una vacanza e causare danni da migliaia di euro. Ecco cosa conviene fare se noti sintomi come perdita di potenza, rumori anomali o spie accese subito dopo il rifornimento:

  • Conserva sempre lo scontrino del distributore: è il tuo principale documento di prova.
  • Scatta foto alla pompa, al prezzo e al contatore, nel caso tu debba dimostrare dove hai fatto rifornimento.
  • Richiedi una diagnosi scritta alla tua officina se viene confermata la presenza di acqua o impurità nel carburante.
  • Segnala subito l’accaduto al gestore della stazione e alla tua assicurazione, allegando tutta la documentazione.
  • Dopo forti piogge o allagamenti, fai particolare attenzione: l’acqua può infiltrarsi nelle cisterne sotterranee.

Episodi rari, ma con conseguenze pesanti

Gli esperti confermano che si tratta di incidenti eccezionali, ma il danno economico può essere pesante: i due automobilisti svizzeri coinvolti hanno speso complessivamente più di 6.000 euro per riparare le loro auto.

Per chi viaggia in Italia, il messaggio è chiaro: non serve farsi prendere dal panico, ma è bene prestare attenzione — scegliendo distributori affidabili, conservando le ricevute e segnalando immediatamente ogni anomalia. Un gesto semplice che può evitare molti problemi e salvare la vacanza.

Daniele Bianchi
Daniele Bianchi
Daniele Bianchi, nato a Milano nel 1980, è una figura di spicco nel giornalismo automobilistico italiano. Fin dalla giovane età ha nutrito una passione per le moto e le automobili, che lo ha portato a laurearsi in Comunicazione e Giornalismo all'Università di Bologna. Fondatore di Italiano Enduro, Daniele è conosciuto per la sua competenza tecnica e il suo stile narrativo coinvolgente.
Pubblicato in: Tendenze