La Cina lancia il suo Hyperloop supersonico: l’aviazione è sotto pressione

Scritto da Daniele Bianchi

Un tubo a bassa pressione, un treno che “galleggia” e velocità da jet: la Cina sembra trasformare la fantascienza in realtà. Il primo test su larga scala del nuovo Hyperloop supersonico apre scenari inediti per il futuro dei trasporti e mette l’aviazione di fronte a una sfida senza precedenti.

Una prova tecnologica inedita

Nella città di Datong, nel cuore della provincia dello Shanxi, un gruppo di ingegneri ha compiuto un passo che fino a poco tempo fa sembrava impossibile. Su una pista lunga due chilometri, un prototipo di treno a levitazione magnetica ha sfrecciato dentro un tubo a bassa pressione, sostenuto da un sistema che gli permette letteralmente di “fluttuare” sui binari.

Non è stato diffuso un dato ufficiale, ma secondo fonti interne si sarebbero toccati picchi vicini ai 1.000 km/h. È una velocità che avvicina questo convoglio più a un aereo che a un treno, superando nettamente i maglev convenzionali, che – secondo il Ministero dei Trasporti cinese – non vanno oltre i 600 km/h.

Chi ha assistito al test racconta la scena come un misto tra silenzio e incredulità: il treno scompariva nel tubo con un sibilo appena percettibile, lasciando il pubblico a chiedersi se quello fosse davvero il futuro della mobilità terrestre.

Gli obiettivi ambiziosi del progetto

Il progetto nasce dalla collaborazione tra il governo provinciale dello Shanxi e la China Aerospace Science and Industry Corporation (CASIC), la stessa azienda che lavora a tecnologie aerospaziali per l’esercito cinese. La costruzione del centro sperimentale è avvenuta in tempi record, un segnale chiaro dell’interesse strategico del Paese.

L’obiettivo? Collegare le principali megalopoli in tempi impensabili fino a pochi anni fa: viaggiare da Pechino a Shanghai in 90 minuti, contro le attuali otto ore in treno o cinque in aereo. Sarebbe una rivoluzione non solo logistica, ma anche economica e sociale, riducendo le distanze percepite tra le regioni e favorendo nuovi modelli di sviluppo urbano.

Un ingegnere del progetto ha raccontato alla televisione di Stato che l’idea è “rendere la velocità accessibile come la metropolitana, ma su scala nazionale”.

Un futuro promettente ma incerto

Chi ha provato almeno una volta l’alta velocità cinese sa quanto possa cambiare la routine quotidiana: lavorare a Shanghai e cenare a Nanchino nello stesso giorno è già normale per molti pendolari. Ma l’Hyperloop spingerebbe questo concetto oltre ogni limite.

Restano però i dubbi sulla sostenibilità economica. La Banca Asiatica di Sviluppo stima che progetti simili possano superare i 15 miliardi di euro, una cifra che richiede una pianificazione di lungo periodo e partnership solide tra pubblico e privato. Anche le questioni di manutenzione e sicurezza non sono da sottovalutare: un sistema a bassa pressione impone protocolli del tutto nuovi in caso di guasto o emergenza.

Le sfide della messa in opera su larga scala

Portare l’Hyperloop fuori dai laboratori significherà affrontare ostacoli non solo tecnici ma anche politici e ambientali. Tra le principali sfide figurano:

  • l’integrazione con le reti ferroviarie già esistenti;
  • l’impatto ambientale dei tunnel pressurizzati e delle nuove infrastrutture;
  • la gestione della sicurezza e delle evacuazioni in caso di guasto;
  • la sostenibilità dei costi di costruzione e manutenzione.

Convincere investitori e cittadini che un treno “supersonico terrestre” possa essere affidabile quanto un volo commerciale sarà forse la parte più difficile di questa impresa.

Conclusioni: tra sogno e realtà

La corsa all’Hyperloop supersonico non è solo una questione di primato tecnologico, ma anche di visione del futuro. La Cina, con questo test, ha dimostrato di voler guidare la trasformazione globale della mobilità, riducendo tempi e distanze come mai prima d’ora.

Resta da capire se la promessa di collegamenti da città a città in meno di due ore riuscirà a superare i limiti economici e tecnici che ancora frenano il progetto. Ma una cosa è certa: dopo questo esperimento, il confine tra sogno e realtà si è fatto un po’ più sottile.















































Un tubo a bassa pressione, un treno che “galleggia” e velocità da
jet: la Cina sembra trasformare la fantascienza in realtà. Il primo test su
larga scala del nuovo Hyperloop supersonico apre scenari inediti per il futuro
dei trasporti e mette l’aviazione di fronte a una sfida senza precedenti.

Una prova tecnologica ineditaNella città di Datong, nel cuore della provincia dello Shanxi, un gruppo di ingegneri ha compiuto
un passo che fino a poco tempo fa sembrava impossibile. Su una pista lunga due
chilometri, un prototipo di treno a levitazione
magnetica
ha sfrecciato dentro un tubo a bassa pressione, sostenuto da
un sistema che gli permette letteralmente di “fluttuare” sui binari.Non è stato diffuso un dato ufficiale, ma
secondo fonti interne si sarebbero toccati picchi vicini ai 1.000 km/h. È una velocità che avvicina
questo convoglio più a un aereo che a un treno, superando nettamente i maglev
convenzionali, che – secondo il Ministero
dei Trasporti cinese
– non vanno oltre i 600 km/h.Chi ha assistito al test racconta la scena
come un misto tra silenzio e incredulità: il treno scompariva nel tubo con un
sibilo appena percettibile, lasciando il pubblico a chiedersi se quello fosse
davvero il futuro della mobilità terrestre.Gli obiettivi ambiziosi del progettoIl progetto nasce dalla collaborazione tra il
governo provinciale dello Shanxi e la China
Aerospace Science and Industry Corporation (CASIC)
, la stessa azienda
che lavora a tecnologie aerospaziali per l’esercito cinese. La costruzione del
centro sperimentale è avvenuta in tempi record, un segnale chiaro
dell’interesse strategico del Paese.L’obiettivo? Collegare le principali
megalopoli in tempi impensabili fino a pochi anni fa: viaggiare da Pechino a Shanghai in 90 minuti, contro
le attuali otto ore in treno o cinque in aereo. Sarebbe una rivoluzione non
solo logistica, ma anche economica e sociale, riducendo le distanze percepite
tra le regioni e favorendo nuovi modelli di sviluppo urbano.Un ingegnere del progetto ha raccontato alla
televisione di Stato che l’idea è “rendere la velocità accessibile come la
metropolitana, ma su scala nazionale”.Un futuro promettente ma incertoChi ha provato almeno una volta l’alta velocità cinese sa quanto possa
cambiare la routine quotidiana: lavorare a Shanghai e cenare a Nanchino nello
stesso giorno è già normale per molti pendolari. Ma l’Hyperloop spingerebbe
questo concetto oltre ogni limite.Restano però i dubbi sulla sostenibilità
economica. La Banca Asiatica di Sviluppo
stima che progetti simili possano superare i 15 miliardi di euro, una cifra che richiede una
pianificazione di lungo periodo e partnership solide tra pubblico e privato.
Anche le questioni di manutenzione e sicurezza non sono da sottovalutare: un
sistema a bassa pressione impone protocolli del tutto nuovi in caso di guasto o
emergenza.Le sfide della messa in opera su larga scalaPortare l’Hyperloop fuori dai laboratori
significherà affrontare ostacoli non solo tecnici ma anche politici e
ambientali. Tra le principali sfide figurano:·        
l’integrazione
con le reti ferroviarie già esistenti;·        
l’impatto ambientale dei tunnel pressurizzati e
delle nuove infrastrutture;·        
la gestione della sicurezza e delle evacuazioni in caso di guasto;·        
la sostenibilità dei costi di costruzione e
manutenzione.Convincere investitori e cittadini che un
treno “supersonico terrestre” possa essere affidabile quanto un volo
commerciale sarà forse la parte più difficile di questa impresa.Conclusioni: tra sogno e realtàLa corsa all’Hyperloop supersonico non è solo una questione di primato
tecnologico, ma anche di visione del futuro. La Cina, con questo test, ha
dimostrato di voler guidare la trasformazione globale della mobilità, riducendo
tempi e distanze come mai prima d’ora.Resta
da capire se la promessa di collegamenti da città a città in meno di due ore
riuscirà a superare i limiti economici e tecnici che ancora frenano il
progetto. Ma una cosa è certa: dopo questo esperimento, il confine tra sogno e
realtà si è fatto un po’ più sottile. 

Daniele Bianchi
Daniele Bianchi
Daniele Bianchi, nato a Milano nel 1980, è una figura di spicco nel giornalismo automobilistico italiano. Fin dalla giovane età ha nutrito una passione per le moto e le automobili, che lo ha portato a laurearsi in Comunicazione e Giornalismo all'Università di Bologna. Fondatore di Italiano Enduro, Daniele è conosciuto per la sua competenza tecnica e il suo stile narrativo coinvolgente.
Pubblicato in: Tendenze