Problemi seri per Mercedes: l’avvertimento che spaventa i costruttori europei

Scritto da Daniele Bianchi

Il marchio della stella è sempre stato sinonimo di innovazione e prestigio, ma stavolta Mercedes si trova in una posizione scomoda. Mentre i rivali corrono verso l’elettrificazione, la casa tedesca rischia di non raggiungere gli obiettivi europei sulle emissioni di CO₂. Una situazione che preoccupa non solo Stoccarda, ma l’intera industria automobilistica europea.

Dieci grammi oltre la soglia

Secondo un’analisi pubblicata da Transport & Environment (T&E), quasi tutti i grandi produttori europei sono in linea con i limiti di emissione fissati dall’Unione Europea per il periodo 2025-2027. Tutti, tranne uno: Mercedes-Benz.

Il marchio di lusso tedesco sforerebbe la soglia consentita di circa 10 grammi di CO₂ per chilometro, mentre gruppi come BMW, Renault, Stellantis e Volkswagen rispettano già i limiti o risultano persino al di sotto.

Per evitare multe milionarie, Mercedes potrebbe essere costretta a ricorrere al cosiddetto CO₂ pooling, un meccanismo che permette di “compensare” le emissioni acquistando crediti da marchi più virtuosi, come Volvo Cars o Polestar. Una strategia tampone, ma che solleva dubbi sul reale impegno dell’azienda verso la mobilità sostenibile.

Il rinvio al 2027 non basta

La situazione appare paradossale: l’Unione Europea ha già concesso più tempo ai costruttori, spostando la scadenza originaria dal 2025 al 2027. Una decisione accolta con favore dalle case automobilistiche, ma che molti analisti considerano un passo indietro rispetto agli obiettivi climatici.

Il rischio, secondo T&E, è che il rallentamento finisca per disincentivare gli investimenti sull’elettrico proprio in una fase cruciale. In pratica, il rinvio potrebbe trasformarsi in un alibi per rinviare ulteriormente la transizione, con conseguenze pesanti sul piano ambientale e industriale.

Dinamiche di mercato e pressione sui prezzi

Nel frattempo, il mercato europeo delle auto elettriche (EV) continua a crescere: nella prima metà del 2025 le vendite di modelli 100% elettrici sono aumentate del 38% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, secondo le previsioni di T&E, tra il 2025 e il 2027 si venderanno due milioni di EV in meno rispetto alle stime iniziali, a causa delle regole più permissive e della persistente differenza di prezzo tra veicoli elettrici e modelli a benzina o diesel — che oggi varia dal 30 al 40%.

Il vero nodo, dunque, non è solo la domanda, ma il costo d’accesso: finché un’auto elettrica resterà più cara di un modello termico, la transizione rischia di rallentare.

Luci e ombre: batterie più economiche e rete di ricarica più estesa

Nonostante le difficoltà, ci sono anche segnali incoraggianti. Il costo delle batterie agli ioni di litio sta diminuendo più rapidamente del previsto: le stime indicano un calo del 27% entro la fine del 2025 e di un ulteriore 28% entro il 2027.

Parallelamente, la rete di ricarica europea si sta espandendo in modo significativo: oggi copre già il 77% delle autostrade del continente, e la maggior parte dei Paesi membri ha raggiunto o superato gli obiettivi fissati per il 2025. Un’infrastruttura più capillare significa meno ansia da autonomia e più fiducia da parte degli automobilisti.

L’allarme degli esperti: “Non rallentare ora”

Lucien Mathieu, direttore di Transport & Environment, ha lanciato un monito chiaro: “Chi pensa che la Cina smetterà di innovare, vive in un sogno. Se l’Europa continua a rallentare, rischia di perdere terreno in una delle industrie più strategiche del futuro”.

E i numeri parlano chiaro. In Cina, le auto elettriche a batteria (BEV) rappresentano ormai oltre il 30% del mercato interno, mentre Paesi emergenti come India, Messico e Thailandia stanno investendo pesantemente in infrastrutture e incentivi.

Per l’Europa, quindi, il rischio non è solo ambientale, ma anche economico: perdere la leadership tecnologica significherebbe dipendere ancora di più dai produttori esteri, proprio nel momento in cui il settore si gioca la sua evoluzione più importante.

Mercedes resta indietro

Al momento, Mercedes-Benz è l’unico grande costruttore europeo che rischia di non raggiungere gli obiettivi di emissione. Una situazione ironica, considerando che la casa di Stoccarda è stata tra le prime a investire nelle auto elettriche premium.

Con batterie sempre più economiche, una rete di ricarica in espansione e un mercato favorevole, questo non è il momento per rallentare. L’Europa – e Mercedes in particolare – deve continuare a spingere sull’acceleratore della mobilità a zero emissioni, se non vuole essere superata da chi, nel frattempo, non ha mai smesso di correre.

Daniele Bianchi
Daniele Bianchi
Daniele Bianchi, nato a Milano nel 1980, è una figura di spicco nel giornalismo automobilistico italiano. Fin dalla giovane età ha nutrito una passione per le moto e le automobili, che lo ha portato a laurearsi in Comunicazione e Giornalismo all'Università di Bologna. Fondatore di Italiano Enduro, Daniele è conosciuto per la sua competenza tecnica e il suo stile narrativo coinvolgente.
Pubblicato in: Tendenze