Per anni è stata la promessa che ha fatto sognare automobilisti ed esperti: percorrere 100 km con appena un litro di carburante. Oggi quella soglia sembra quasi un miraggio, eppure alcune tecnologie moderne dimostrano che l’obiettivo non è del tutto svanito.
Una promessa mai del tutto svanita
Chi non ricorda le prime pagine dei giornali dedicate a prototipi futuristici? Auto piccole, aerodinamiche, leggere come piume. In quegli anni, sembrava davvero a portata di mano il traguardo dell’auto da 1 litro ogni 100 km. Oggi non è più così, ma alcune novità fanno tornare la speranza.
Un esempio è la Vision EQXX di Mercedes: una berlina elettrica capace di oltre 1.000 km di autonomia con una batteria sotto i 100 kWh. La vera notizia, però, non è la distanza, bensì l’efficienza: meno di 10 kWh per 100 km, l’equivalente di un motore termico che consumi 1 litro ogni 100 km.
Non è un caso che questo richiami alla mente auto come la Volkswagen XL1 (0,9 l/100 km), prodotta in appena 250 esemplari e venduta a prezzi da collezionisti, o la Renault Eolab del 2014, capace di “bere” un litro ogni 100 km. Perfino Citroën ci aveva provato con un C4 Cactus ottimizzato, fermo però a 2 l/100 km.
Una domanda politica
All’inizio degli anni 2010, anche la politica aveva provato a dare una spinta. In Francia, l’allora premier Jean-Marc Ayrault aveva chiesto alle case automobilistiche di raggiungere i 2 l/100 km entro il 2020. Alcuni costruttori hanno dichiarato di esserci arrivati, come DS con il DS 7 Crossback E-Tense (1,3 l/100 km), ma qui entriamo nel mondo degli ibridi plug-in, dove i consumi dichiarati tengono conto della percorrenza in elettrico.
In realtà, pure i prototipi più celebri erano ibridi: la XL1, per esempio, si ricaricava alla presa di corrente. Un’auto termica pura con consumi di 1 l/100 km non è mai esistita davvero.
L’atout dell’ibrido
L’ibridazione è stata la chiave per ridurre i consumi, anticipando tecnologie poi arrivate sui modelli di serie. L’Eolab, ad esempio, ha prefigurato il sistema E-Tech della Clio 2020, che però si ferma a 4,3 l/100 km. La Toyota Yaris ibrida, best seller di categoria, scende a 3,8 l/100 km: ottimi numeri, ma lontani dal “litro magico”.
Va anche detto che i valori omologati spesso differiscono dalla realtà. Con il passaggio dalle vecchie norme NEDC al più realistico WLTP, i consumi dichiarati si sono avvicinati di più all’uso quotidiano, ma il record è diventato ancor più difficile da inseguire.
Chi vuole una Clio da corsa… al ribasso?
La verità è che le versioni di serie non hanno mai replicato i prototipi perché il pubblico non vuole auto spartane, basse come go-kart e senza comfort. I materiali ultraleggeri, tipici dei concept, non sono sostenibili su larga scala.
E mentre i prototipi puntavano sull’aerodinamica estrema, il mercato è andato nella direzione opposta: la moda dei SUV, più alti e pesanti, ha penalizzato i consumi. Per ridurre davvero la spesa, bisognerebbe accettare compromessi come sedersi molto in basso, quasi come su una Mazda MX-5, ma la maggior parte degli automobilisti non lo farebbe.
Per l’elettrico, l’autonomia comanda
Oggi il traguardo del litro ogni 100 km sembra destinato a restare una curiosità storica perché il mercato sta abbandonando i motori termici. Sulle auto elettriche la sfida è diversa: non più il consumo in kWh, ma l’autonomia.
I clienti guardano quanti chilometri possono percorrere con una carica, non quanti kWh “bevono” per 100 km. Forse, col tempo, quando il prezzo dell’energia conterà di più e il mercato sarà maturo, torneremo a fare confronti diretti sui consumi, come accadeva con i litri di benzina.
Fino ad allora, l’auto da 1 litro resterà il simbolo di un sogno tecnologico che ha anticipato il futuro senza diventare, davvero, il presente.
