Corre a 252 km/h in una zona da 50, ma incredibilmente non riceve nessuna multa

Scritto da Daniele Bianchi

Un’auto che sfreccia a oltre 250 km/h in una strada con limite di 50 è lo scenario da incubo di qualunque residente. Eppure, in Germania, questo è successo davvero: un record pericoloso registrato dai sistemi elettronici sull’isola di Sylt, senza che al conducente sia stata inflitta alcuna sanzione.

Il cartello che misura ma non punisce

Il “miracolo” dell’impunità non sta nel guidatore, ma nella tecnologia. In molte città tedesche, infatti, vengono utilizzati i cosiddetti dialogdisplays: cartelli elettronici che mostrano la velocità dell’auto, con tanto di faccina sorridente se si rispetta il limite o numeri lampeggianti se lo si supera.

Questi dispositivi, però, sono solo strumenti di prevenzione: misurano con precisione la velocità, ma non scattano foto né registrano dati. Risultato? Anche se un’auto viene immortalata a 252 km/h in pieno centro abitato, legalmente non esiste alcuna prova per identificare il veicolo o il conducente.

Un buco nella legge

Secondo il catalogo ufficiale delle sanzioni in Germania, un simile eccesso di velocità comporterebbe una multa di 800 euro, due punti sulla patente e tre mesi di sospensione. In caso di dolo, la cifra potrebbe raddoppiare a 1.600 euro. Ma senza un’immagine che dimostri chi fosse al volante, la violazione diventa aria fritta.

Il problema non è isolato. Diverse municipalità segnalano che le loro colonnine registrano spesso velocità assurde, senza che si possano applicare provvedimenti. Peggio ancora: sui social alcuni automobilisti raccontano di usarli come se fossero un “videogioco”, cercando la highscore più alta da far lampeggiare sul display.

Il rischio psicologico

Per i psicologi del traffico, questa è la vera beffa. Quei pannelli sono stati introdotti per sensibilizzare i guidatori sulla velocità, creando un effetto educativo. Ma per una minoranza di automobilisti diventano una sfida a superarsi, trasformando un dispositivo pensato per la sicurezza in un invito alla competizione.

Dibattito fino ai tribunali

Il tema è arrivato anche nelle aule di giustizia. Il Bundesgerichtshof, la Corte federale tedesca, dovrà decidere se le misurazioni prive di foto possano avere un valore legale nei procedimenti. Fino ad allora, i comuni preferiscono non rischiare cause: i dati raccolti restano solo numeri su uno schermo.

Politica e soluzioni possibili

Dal punto di vista tecnico, basterebbe integrare le colonnine con telecamere o sostituirle con veri autovelox per rendere i rilevamenti validi in tribunale. Ma servono volontà politica e fondi, due ingredienti che al momento mancano.

Così, mentre i residenti si indignano e gli esperti chiedono regole più chiare, resta l’assurdità: un’auto che corre a 252 km/h in una zona da 50 non riceve alcuna multa. Un paradosso che mina la credibilità degli strumenti di prevenzione e che lascia aperta una domanda semplice ma pesante: che senso hanno certi cartelli, se non hanno conseguenze reali?

Daniele Bianchi
Daniele Bianchi
Daniele Bianchi, nato a Milano nel 1980, è una figura di spicco nel giornalismo automobilistico italiano. Fin dalla giovane età ha nutrito una passione per le moto e le automobili, che lo ha portato a laurearsi in Comunicazione e Giornalismo all'Università di Bologna. Fondatore di Italiano Enduro, Daniele è conosciuto per la sua competenza tecnica e il suo stile narrativo coinvolgente.
Pubblicato in: Tendenze