Questa Ford GT era ferma da 15 anni : guarda cosa succede quando riparte

Scritto da Daniele Bianchi

Trovare una Ford GT del 2005 dimenticata in un garage per oltre quindici anni non è cosa da tutti i giorni. Eppure, è esattamente quello che è successo a due appassionati che si sono imbattuti in questo tesoro coperto di polvere. La scena, quasi surreale, sembrava uscita da un film: tute protettive, taniche vuote sparse qua e là, e una supercar che giaceva silenziosa, come addormentata nel tempo.

Un gioiello dimenticato sotto la polvere

Quando la porta del garage si è sollevata, sotto la luce fioca è emersa la sagoma familiare ma stanca della Ford GT, avvolta da un fitto strato di polvere e muffa. L’interno, purtroppo, non era in condizioni migliori: il cruscotto coperto di muffa, la pelle irrigidita dall’umidità, e l’aria densa di tempo passato.

La curiosità, però, ha avuto la meglio. Uno dei due ha infilato la chiave nel cruscotto, sperando in un miracolo. Il motore ha tossito, ha provato a riprendere vita, ma il suono metallico ha subito lasciato intendere che il V8 non era pronto a ruggire. Probabilmente colpa dell’accensione, del carburante ormai vecchio o della pompa della benzina fuori uso: tutte conseguenze tipiche di una lunga inattività.

La Ford GT del 2005: un’icona americana

Per chi non la conoscesse, la Ford GT del 2005 è una supercar nata per rendere omaggio alla mitica GT40, regina delle 24 Ore di Le Mans negli anni ’60. Sotto il cofano pulsa un V8 sovralimentato da 5,4 litri, capace di erogare 550 cavalli e una coppia mostruosa di 720 Nm.

La potenza viene scaricata sulle ruote posteriori, e nella versione più ricercata, il cambio è un manuale a sei marce. Risultato? Uno scatto da 0 a 100 km/h in 3,7 secondi e una velocità massima di 330 km/h. Prestazioni che ancora oggi fanno impallidire molte sportive moderne.

Quando il tempo si fa sentire

Questa vicenda insegna molto a chi ama le auto d’epoca o ad alte prestazioni: una vettura, per quanto potente o iconica, non può restare ferma per sempre senza pagarne le conseguenze. Le guarnizioni si seccano, la benzina si degrada, i sistemi elettronici si deteriorano. In breve, l’auto soffre.

Con la giusta manutenzione e un po’ di pazienza, però, è possibile riportare queste bellezze su strada. E quando finalmente il motore si accende – anche solo per pochi istanti – il rombo che ne esce non è solo meccanico: è emozione pura, è il passato che torna a farsi sentire, un battito del cuore a otto cilindri.

Daniele Bianchi
Daniele Bianchi
Daniele Bianchi, nato a Milano nel 1980, è una figura di spicco nel giornalismo automobilistico italiano. Fin dalla giovane età ha nutrito una passione per le moto e le automobili, che lo ha portato a laurearsi in Comunicazione e Giornalismo all'Università di Bologna. Fondatore di Italiano Enduro, Daniele è conosciuto per la sua competenza tecnica e il suo stile narrativo coinvolgente.
Pubblicato in: Tendenze