Motori termici: benzina sintetica e biocarburanti come soluzione

Scritto da Daniele Bianchi

Con la decisione dell’Europa di vietare la vendita di veicoli a motore termico dal 2035, l’industria automobilistica si trova a un bivio. Mentre il settore si prepara a lanciarsi nel mondo delle moto elettriche e delle auto elettriche, ci sono ancora molte domande sul futuro dei motori termici. Alcuni produttori e compagnie petrolifere, tuttavia, stanno esplorando soluzioni alternative, come la benzina sintetica e i biocarburanti, per mantenere in vita i motori tradizionali. Ma, come vedremo, le sfide non sono poche.

Il futuro della mobilità in Europa

Nel 2022, l’Unione Europea ha annunciato un piano per ridurre le emissioni di CO2 a partire dal 2035, con l’obiettivo di bandire i motori termici a benzina, diesel e ibridi. Ma la questione è complessa. I motori a combustione interna, anche quelli alimentati da carburanti più “ecologici” come il bioetanolo, continuano a produrre emissioni. Solo i motori elettrici o a idrogeno non emettono gas nocivi, come richiesto dalla normativa.

Il problema? L’elettricità utilizzata per ricaricare le auto e le moto elettriche proviene in gran parte da fonti non rinnovabili, come il nucleare e i combustibili fossili. A questa questione si aggiungono le problematiche legate alla produzione delle batterie, che comportano l’estrazione di minerali rari e inquinanti. Inoltre, il ciclo di vita delle batterie stesse non è privo di impatti ambientali.

La moto termica avrà un futuro dopo il 2035?

Per ora, le moto e scooter non sono inclusi nella legge che vieta i motori termici. Tuttavia, è difficile pensare che l’Europa non estenderà presto la normativa anche ai due ruote motorizzati. Già in Francia, per esempio, le moto non elettriche sono soggette a restrizioni come il parcheggio a pagamento e l’accesso limitato alle zone a basse emissioni (ZFE). Un futuro senza moto a benzina sembra sempre più vicino.

Moto elettrica

L’alternativa dei carburanti “verdi”

A fronte di queste difficoltà, molti vedono nei carburanti alternativi, come la benzina sintetica e i biocarburanti, una soluzione promettente. La Germania, in particolare, spinge per una revisione della decisione europea, proponendo che i motori termici possano continuare a circolare se alimentati con carburanti a basso impatto ambientale.

Un esempio di questa innovazione arriva da Porsche, che ha inaugurato una fabbrica in Cile per la produzione di benzina sintetica (eFuel). Questa benzina viene creata utilizzando idrogeno prodotto tramite elettrolisi e anidride carbonica estratta dall’aria. Un processo che, almeno sulla carta, dovrebbe ridurre la dipendenza dal petrolio e abbattere le emissioni di CO2.

Tuttavia, questo carburante non è privo di critiche. La sua produzione è altamente energivora: ogni litro di eFuel richiede 20 kWh di energia. Nonostante venga realizzato utilizzando energia rinnovabile come quella eolica, il processo di produzione solleva preoccupazioni ambientali, soprattutto per quanto riguarda l’impronta carbonica del suo ciclo di vita.

Fabbrica in Cile per la produzione di benzina sintetica

I biocarburanti come alternativa

Accanto alla benzina sintetica, i biocarburanti stanno guadagnando attenzione. La FIM (Federazione Internazionale di Motociclismo) ha già pianificato l’introduzione di carburanti a base di energie non fossili nei motori delle moto da competizione. Per il MotoGP, la Federazione ha stabilito che le moto dovranno utilizzare una miscela contenente il 40% di biocarburante entro il 2024, con l’obiettivo di arrivare al 100% nel 2027.

I biocarburanti sono ottenuti dalla fermentazione di materie prime vegetali e animali, come mais, cereali o residui vinicoli, e vengono già utilizzati in alcune miscele di benzina come l’E85. Questi carburanti offrono un miglioramento rispetto ai tradizionali combustibili fossili, ma anche loro non sono privi di controindicazioni. Non eliminano completamente le emissioni di particelle sottili e, inoltre, l’uso di colture agricole per produrre biocarburanti può competere con la produzione alimentare, un aspetto che preoccupa molti esperti.

Inoltre, i biocarburanti di seconda generazione, derivati da materiali non alimentari come pelle, paglia o legno, potrebbero rappresentare una soluzione più sostenibile. Questi biocarburanti sono in grado di ridurre ulteriormente l’impatto ambientale, ma, come per la benzina sintetica, anche il loro processo di produzione resta costoso e ad alta intensità energetica.

Un passo verso il futuro?

Le soluzioni alternative come la benzina sintetica e i biocarburanti rappresentano un’opportunità interessante per i motori termici, ma non sono ancora la risposta definitiva ai problemi ambientali legati alla mobilità. Sebbene possano contribuire a ridurre la nostra dipendenza dai combustibili fossili, sono necessari ulteriori sviluppi tecnologici per renderli davvero sostenibili.

Nel frattempo, l’industria automobilistica e motociclistica continua a evolversi, con l’adozione di veicoli elettrici e il miglioramento delle tecnologie a idrogeno. Il percorso verso un futuro a zero emissioni è ancora lungo e pieno di sfide, ma è chiaro che non si tornerà facilmente indietro.

Se il settore continuerà su questa strada, sarà interessante vedere come questi carburanti alternativi si integreranno nei veicoli del futuro, cercando di mantenere un equilibrio tra performance, sostenibilità e costi. In ogni caso, l’adozione di questi carburanti potrebbe rappresentare un riassestamento temporaneo in attesa di soluzioni più “pulite” per il trasporto a motore.

Daniele Bianchi
Daniele Bianchi
Daniele Bianchi, nato a Milano nel 1980, è una figura di spicco nel giornalismo automobilistico italiano. Fin dalla giovane età ha nutrito una passione per le moto e le automobili, che lo ha portato a laurearsi in Comunicazione e Giornalismo all'Università di Bologna. Fondatore di Italiano Enduro, Daniele è conosciuto per la sua competenza tecnica e il suo stile narrativo coinvolgente.
Pubblicato in: Tendenze