Cronaca di un viaggio in moto di 22.000 km: analisi di moto e attrezzature

Scritto da Daniele Bianchi

Un viaggio in moto è un’esperienza che combina esplorazione, passione e sfida personale. Maxime Barrat ha intrapreso un’avventura straordinaria, percorrendo oltre 22.000 chilometri in quattro mesi, attraversando paesaggi mozzafiato fino alla Mongolia. Al ritorno, Maxime ha condiviso il bilancio tecnico del viaggio, offrendo uno sguardo dettagliato sulla performance della sua moto e sull’efficacia dell’equipaggiamento scelto.

La moto: Kawasaki Versys 650

Per questa impresa, Maxime ha scelto una Kawasaki Versys 650 del 2010 con soli 5.000 km al contachilometri. La moto ha dimostrato una straordinaria affidabilità sia su strade asfaltate che su percorsi sterrati. Durante il viaggio, ha affrontato temperature estreme, fiumi e terreni accidentati senza riportare danni significativi.

“La Versys si è comportata egregiamente anche in condizioni difficili,” racconta Maxime. Per prepararla all’avventura, ha installato pneumatici Continental TKC 80, aumentato l’autonomia con portbidoni che portavano la capacità a 29 litri e aggiunto protezioni per radiatore e telaio.

moto di 22.000 km

L’equipaggiamento: comfort e funzionalità in ogni stagione

Maxime ha scelto con cura l’abbigliamento e gli accessori, adattandosi alle diverse condizioni climatiche incontrate lungo il percorso.

Estate: giacca Dundy

La giacca Dundy ha garantito ventilazione e leggerezza durante le giornate calde. Una fodera impermeabile ha reso il capo versatile anche in caso di pioggia.

Punti di forza:

  • Ventilazione eccellente
  • Superficie impermeabile
  • Robustezza e compattezza

Punti deboli:

  • Mancanza di tasche interne

Inverno: completo Alias in Gore-Tex

Per le temperature rigide, Maxime ha optato per il completo Alias, ideale fino a -25°C. La fodera in Primaloft ha offerto un’ottima protezione termica, mentre il Gore-Tex ha assicurato impermeabilità.

Punti di forza:

  • Comfort termico
  • Impermeabilità e resistenza al vento
  • Mobilità non compromessa

Punti deboli:

  • Difficoltà nel vestire la giacca con la fodera

Accessori: praticità e resistenza

Scarpe Trooper

Le scarpe Trooper si sono rivelate leggere e confortevoli per lunghe camminate, anche se meno adatte al fuoristrada.

Punti di forza:

  • Comfort e leggerezza
  • Resistenza

Punti deboli:

  • Suole poco protettive per l’off-road

Zaino Barker

Lo zaino Barker ha offerto grande capacità di carico, mantenendo tutto in ordine grazie alle cerniere robuste e ai molteplici scomparti.

Punti di forza:

  • Grande capacità
  • Impermeabilità
  • Facilità di fissaggio

Punti deboli:

  • Non ideale per il fissaggio diretto alla sella

Tecnologia: guanti, casco e fotocamera

Guanti: Voltage, Scores e Zoom

Maxime ha usato tre tipi di guanti per adattarsi alle diverse stagioni. I guanti Voltage erano perfetti per l’estate, mentre gli Scores e i Zoom hanno garantito protezione dal freddo e dalla pioggia.

Punti di forza:

  • Protezione stagionale adeguata
  • Design confortevole e funzionale

Punti deboli:

  • Alcuni modelli non completamente protettivi contro il vento

Casco Astone GTR Fiber Solar Visor

Il casco si è distinto per comfort e protezione, ma ha mostrato qualche problema di condensa e usura della visiera dopo il lungo viaggio.

Punti di forza:

  • Comfort e leggerezza
  • Interno antibatterico

Punti deboli:

  • Visiera non più impermeabile

Conclusioni: un viaggio ben pianificato

Il viaggio di Maxime è la dimostrazione che con una moto affidabile come la Kawasaki Versys 650 e un equipaggiamento di qualità, è possibile affrontare anche le sfide più estreme. Ogni dettaglio, dalla scelta dei guanti alla preparazione tecnica della moto, ha giocato un ruolo fondamentale nel successo di questa avventura.

Per chi sogna esperienze simili, il consiglio è investire in attrezzature adeguate e curare ogni aspetto della preparazione, così da trasformare un sogno su due ruote in una realtà indimenticabile.

Daniele Bianchi
Daniele Bianchi
Daniele Bianchi, nato a Milano nel 1980, è una figura di spicco nel giornalismo automobilistico italiano. Fin dalla giovane età ha nutrito una passione per le moto e le automobili, che lo ha portato a laurearsi in Comunicazione e Giornalismo all'Università di Bologna. Fondatore di Italiano Enduro, Daniele è conosciuto per la sua competenza tecnica e il suo stile narrativo coinvolgente.
Pubblicato in: Tendenze