Honda brevetta lo scooter Motocompo ‘Range Extender’

Scritto da Daniele Bianchi

Honda ha depositato un brevetto stravagante che prevede uno scooter a benzina in stile Motocompo che può essere utilizzato per estendere l’autonomia di un’auto elettrica

Quest’estate Honda ha depositato un brevetto piuttosto insolito, che trae ispirazione dal retrò scooter urbano Motocompo e lo abbina a un’auto elettrica.

Il Motocompo, per chi è troppo giovane per ricordarlo, era uno scooter pieghevole funky costruito dalla Honda tra il 1981 e il 1983. Era, di fatto, venduto come accessorio, ed era progettato in modo tale che si potessero ripiegare manubrio e sella, e riporlo nel bagagliaio delle piccole “Kei Car” come la Honda City e la Civic.

Inutile dire che non hanno fatto impazzire il mondo, ma come molte moto che si sono schiantate e sono andate a fuoco al momento del lancio, le Motocompo originali sono ora ricercate e possono essere vendute a un prezzo che supera le 2.500 sterline.

Tuttavia, Honda non sembra pensare che l’idea alla base della moto fosse poi così sbagliata, dato che un brevetto appena scoperto, risalente a giugno 2024, dimostra che il colosso giapponese potrebbe riconsiderare il concetto.

Come la bici originale, il brevetto in questione mostra un micro-scooter a benzina, con un sedile e un manubrio che possono essere ripiegati, consentendo di riporli nel bagagliaio di una piccola auto. A rendere i brevetti ancora più intriganti è il fatto che le immagini mostrate sul brevetto mostrano Motocompo degli anni ’80, e lo ritraggono persino seduto nel bagagliaio di un’auto che sembra una Honda Civic MkII.

Un disegno di brevetto Honda Motocompo
Un disegno di brevetto Honda Motocompo

Ciò che però differisce da questa bici da quella originale è che, oltre a fungere da scooter urbano economico e leggero una volta parcheggiata l’auto, può trasformarsi in una stazione di ricarica ad autonomia estesa, utilizzabile per ricaricare un’auto elettrica.

Uno scatto di marketing originale dell'Honda Motocompo
Uno scatto di marketing originale dell’Honda Motocompo

In poche parole, lo scooter quando viene riposto nel bagagliaio dell’auto può essere collegato a una presa di ricarica nel vano, e il motore dello scooter può quindi essere accoppiato a un generatore che a sua volta ricarica la batteria: supponiamo che questo possa essere attivato al volo o mentre l’auto è ferma. Poiché avere uno scooter a benzina acceso nel bagagliaio della propria auto è generalmente visto come una cattiva idea, il brevetto spiega che una serie di ventole e prese d’aria espellono i gas di scarico nell’atmosfera: oh, l’ironia di tutto ciò!

I motori a benzina con autonomia estesa non sono una novità nel mondo automobilistico, anche se non compaiono molto spesso. La BMW aveva la i3 REX che utilizza un motore a benzina per caricare la batteria, mentre la Mazda MX-30 RE-V utilizza un piccolo motore rotativo Wankel, ovviamente!

Costruire una motocicletta che possa essere una stazione di alimentazione che estende l’autonomia di un’auto elettrica, che puoi poi guidare fino alla tua destinazione finale, è qualcosa che siamo quasi certi non sia mai stato fatto prima. Ci chiediamo solo che mentre le vendite di veicoli elettrici sono in stallo e molti chiedono un’alternativa ICE (come i motori a idrogeno o i biocarburanti), vedremo mai il concetto arrivare sul mercato.

Daniele Bianchi
Daniele Bianchi
Daniele Bianchi, nato a Milano nel 1980, è una figura di spicco nel giornalismo automobilistico italiano. Fin dalla giovane età ha nutrito una passione per le moto e le automobili, che lo ha portato a laurearsi in Comunicazione e Giornalismo all'Università di Bologna. Fondatore di Italiano Enduro, Daniele è conosciuto per la sua competenza tecnica e il suo stile narrativo coinvolgente.