Francesco Bagnaia ha annientato la MotoGP per tre giorni consecutivi in Olanda, ma nel fine settimana c’è stato molto altro oltre a questo
Un fine settimana in cui tutte le sessioni importanti sono state vinte dallo stesso pilota potrebbe essere considerato un weekend da dimenticare in MotoGP, ma il Dutch TT 2024 ha offerto molteplici spunti di discussione.
Dalla velocità ai contratti, fino alla prevedibilità che fa sperare in un’imprevedibilità, ecco le tre principali conclusioni che abbiamo tratto dal viaggio della MotoGP ad Assen nel 2024.
Tutti vincono
Solo due persone si sono trovate in prima posizione nella classe regina ad Assen. Francesco Bagnaia è arrivato più veloce in tutte e tre le sessioni di prove libere, Q2, Sprint e gara principale, mentre Fabio Di Giannantonio ha primeggiato in Q1 e Warm Up. Non per disprezzare Diggia, ma l’unica volta in cui Bagnaia non è stato il più veloce lo scorso fine settimana è stato quando non era in sessione o quando la sessione era sostanzialmente irrilevante.
Ma nonostante i tempi fossero dominati da un solo pilota, la notizia diffusa venerdì, secondo cui Yamaha avrebbe incaricato Pramac Racing di gestire il suo team satellite dal 2025, è stata una vittoria per tutti.
In primo luogo, la Yamaha ottiene un team satellite che le mancava dal 2022. In secondo luogo, la Pramac ottiene — a quanto si dice — una bella giornata di paga. In terzo luogo, entrambi i posti della Pramac Yamaha sono in palio l’anno prossimo, dato che Jorge Martin andrà all’Aprilia e Franco Morbidelli ha già vissuto la sua ordalia con la Yamaha.
Ok, quindi c’è un perdente. Morbidelli è ora sostanzialmente senza lavoro (anche se è praticamente sicuro che gli verrà assegnato il posto lasciato libero alla VR46 da Marco Bezzecchi), e perde anche la Ducati, perché l’anno prossimo avrà meno moto in griglia e quindi meno dati, il che è stato un parte fondamentale del suo successo in MotoGP. Ma la perdita della Ducati è anche un guadagno per il campionato, perché significa che ci sarà più varietà meccanica nelle prime posizioni.
Non è così semplice come sembra
Marc Marquez ha firmato per la Gresini Ducati per vincere il campionato, ma per qualche motivo ciò non è ancora avvenuto.
Le cose sono iniziate bene nei test dell’anno scorso ed è difficile dire che le cose stiano andando male quando è quasi sempre l’unico pilota sulla Desmosedici GP23 a essere anche solo lontanamente vicino alle GP24.
Ad Assen, però, la situazione è stata diversa: per la prima volta da Portimao, non ha avuto il ritmo per lottare per il podio.
Il problema per Marquez era gestire la pressione degli pneumatici anteriori. Il suo capo meccanico, Frankie Carchedi, ha menzionato più volte quest’anno, sia in interviste che in post sui social media, che la messa a punto della moto per Marquez quest’anno è complicata dallo stile di guida di Marquez e dalla mancanza di tempo che ha trascorso sulla Ducati.
Ciò è stato reso particolarmente evidente ad Assen, quando Marquez è caduto durante lo Sprint al secondo giro e ha perso tutti i dati che avrebbe acquisito nei restanti 11 giri se li avesse completati. Di conseguenza, c’è stata ancora più congettura del solito nel regolare la pressione delle gomme di Marquez per la gara di domenica, e alla fine era troppo basso per correre da solo. Fece cenno a Di Giannantonio di mantenere la sua gomma calda e gonfiata, solo per essere spinto largo da Enea Bastianini e costretto a rientrare nell’aria pulita che la sgonfiò e la raffreddò. Alla fine ha ottenuto una penalità di 16 secondi per aver violato di poco le regole sulla pressione dei pneumatici (di 0,01 bar per un giro, secondo Marquez), che gli è costata sette punti facendolo scendere dal quarto al decimo posto.
Mentre il campione in carica, Bagnaia, e l’attuale leader di classifica, Martin, erano in testa alla classifica, dominando, Marquez lottava per il cucchiaio di legno in un circuito in cui ha vinto due volte nella classe regina. Ora 58 punti dietro Martin, e 48 dietro Bagnaia in forma, il titolo del 2024 non si consegnerà certamente su un piatto d’argento a Marquez.
D’altro canto, la MotoGP si dirige al Sachsenring questo fine settimana…
Un segno di cose a venire
Sarebbe ingiusto scrivere 1.000 parole sul TT olandese del 2024 e non dedicarne nessuna alla genialità di Francesco Bagnaia. Ha guidato ogni sessione tranne la Q1 e il Warm Up, ha guidato ogni giro dello Sprint, ogni giro del TT e ha fatto segnare il giro più veloce in entrambi. È stato ad un altro livello per tutto il fine settimana ed è stato il suo miglior risultato finora nella classe regina.
Sebbene lo scorso weekend sia stata la prima volta che Bagnaia ha dominato la prima sessione di venerdì nella sua carriera in MotoGP, non è stata la prima volta che ha ottenuto la pole position, vinto entrambe le gare con il giro più veloce e condotto ogni giro. Ci è riuscito anche in Austria l’anno scorso, che, forse in modo infausto per Bagnaia, è arrivato un round prima del Gran Premio di Catalogna, dove la sua sfida al titolo è stata quasi totalmente deragliata.
Tralasciando le somiglianze con il passato, la forma di Bagnaia ad Assen è stata strepitosa. Per una volta, è riuscito a partire di corsa fin dal venerdì mattina, senza passare il fine settimana a recuperare terreno. Domenica nessuno era vicino al campione in carica, che ha ridotto di 34 punti il suo distacco dal leader del campionato Jorge Martin nelle cinque gare dopo l’incidente dello Sprint catalano, da quando era imbattuto.
Al momento, Bagnaia sembra imbattibile, ma Martin ha fatto proprio questo al Sachsenring l’anno scorso, e in entrambe le gare. Manca ancora più della metà della stagione, ed è Martin che, nonostante la serie vincente di Bagnaia, rimane in controllo del campionato in questa fase.