Allarme in Olanda: lampade da bici troppo forti mettono in pericolo la sicurezza di tutti secondo l’ultimo sondaggio

Scritto da Daniele Bianchi

L’Olanda è famosa per le sue biciclette, ma adesso c’è una nuova emergenza sulle piste ciclabili: i fari ultra potenti (e spesso mal direzionati) stanno accecando tutti! Chi avrebbe mai immaginato che una semplice misura di sicurezza si potesse trasformare in un vero problema di sicurezza stradale?

Una luce troppo brillante può diventare… un problema accecante

Era iniziato tutto con le migliori intenzioni. Bastava un piccolo lampadina alimentata a dinamo per sentirsi a posto. Oggi però, tra LED all’ultima moda e accessori “avveniristici” per ciclisti, un trend inquietante si sta facendo strada nei Paesi Bassi: le luci delle bici sono spesso così forti, o così male regolate, che invece di proteggere, mettono a rischio tutti.

Secondo un recente sondaggio tra migliaia di membri dell’ANWB, quasi due terzi degli utenti della strada vengono regolarmente accecati dai ciclisti che arrivano dal senso opposto. Non solo gli automobilisti lamentano il problema: anche gli stessi ciclisti dichiarano che, in queste condizioni, a volte la vista scompare completamente. Avete presente quando volete distinguere il ciglio della strada o la pista ciclabile? Dimenticatevelo: nei casi peggiori resta solo una macchia bianca che si staglia nel buio.

E non è nemmeno finita qui. Alcuni ciclisti ammettono persino di chiudere per un attimo gli occhi o di guardare altrove per non essere colpiti dalla luce: in pratica, il contrario della sicurezza su due ruote!

Norme antiquate e territori di nessuno sulla pista ciclabile

Il paradosso è tutto qui: mentre in paesi come Germania e Francia esistono già norme precise sulla potenza e la direzione dei fasci luminosi, nei Paesi Bassi le regole sono ferme all’epoca della dinamo, quando una lucina fioca bastava e avanzava. Oggi invece le lampade a LED sono talmente potenti che potrebbero illuminare un intero viale (o abbagliare mezzo quartiere, a seconda di come sono sistemate…).

Insomma, qui la legge ancora lascia la scelta nelle mani del ciclista: puoi decidere tu quanto deve brillare il tuo faro. E c’è chi esagera con fasci luminosi degni di scooter o persino motociclette, mentre altri sfrecciano senza luce alcuna, in versione “ninja” del traffico urbano.

Un ciclo di confusione: tra accecati e invisibili

  • Un quarto dei ciclisti, secondo il Ministero delle Infrastrutture, viaggia senza illuminazione adeguata.
  • Riflettori scadenti o luci mal regolate significano essere visibili solo all’ultimo secondo.
  • Risultato? Chi illumina troppo, acceca; chi ha luci scarse o guaste, scompare nel buio.

Sembra la trama di una commedia nera del traffico: o accechi, o rischi di essere invisibile!

Soluzioni (finalmente in arrivo?) e consigli per non sbagliare

L’ANWB chiede a gran voce una modernizzazione delle regole sulla visibilità dei ciclisti, come già avviene nei paesi confinanti. Occorrono:

  • Controlli più severi sulla potenza delle luci
  • Limiti chiari sulla direzione dei fasci luminosi
  • Divieto dei fanali lampeggianti

Pare che dal prossimo ottobre ripartirà anche la campagna “Aan”, per sensibilizzare i ciclisti sull’importanza di una buona visibilità. Dopotutto, una luce ben regolata è una garanzia non solo per la propria sicurezza, ma anche per quella di chiunque si incontri sulla strada.

Le lunghe notti invernali sono alle porte e – diciamocelo – la battaglia tra fanali troppo forti e occhi strizzati sta per ricominciare. Che siate su due, quattro ruote o anche a piedi, il consiglio resta valido per tutti: vedere ed essere visti non dovrebbe mai avvenire a scapito della sicurezza altrui. Un po’ di attenzione in più – e magari una regolazione del faro! – può risparmiarvi l’ennesimo incontro ravvicinato con la “macchia bianca” nel buio.

Daniele Bianchi
Daniele Bianchi
Daniele Bianchi, nato a Milano nel 1980, è una figura di spicco nel giornalismo automobilistico italiano. Fin dalla giovane età ha nutrito una passione per le moto e le automobili, che lo ha portato a laurearsi in Comunicazione e Giornalismo all'Università di Bologna. Fondatore di Italiano Enduro, Daniele è conosciuto per la sua competenza tecnica e il suo stile narrativo coinvolgente.
Pubblicato in: Tendenze