Hackeraggio di pompe di benzina: maxi furto da 3.000 litri negli Stati Uniti

Scritto da Daniele Bianchi

I prezzi del carburante sono ormai un grattacapo per milioni di automobilisti in tutto il mondo. In tempi di crisi economica e rincari continui, c’è chi cerca modi leciti per risparmiare… e chi invece si affida a metodi decisamente più creativi. Negli Stati Uniti, un nuovo fenomeno di cyber-crimine sta prendendo piede: l’hackeraggio delle pompe di benzina.

L’ultimo caso arriva da Detroit, dove un uomo è riuscito a prelevare ben 3.000 litri di carburante senza sborsare un centesimo. Nessuna rapina con passamontagna e pistola: solo un dispositivo elettronico che ha trasformato il suo smartphone in una sorta di telecomando per il distributore. La polizia lo sta ancora cercando, ma l’episodio è solo uno dei tanti che si stanno moltiplicando in diverse città americane.

Come funziona il furto di carburante digitale?

Se pensi che per sottrarre benzina servano taniche e tubi di gomma, è il momento di aggiornarsi. Oggi i ladri di carburante non sporcano nemmeno le mani: usano la tecnologia.

Nel caso di Detroit, il criminale ha utilizzato un dispositivo connesso in Bluetooth per prendere il controllo della pompa di benzina. Una volta attivato, il sistema ha erogato carburante senza registrare alcun pagamento. Il portavoce della polizia locale ha ammesso di non sapere esattamente quale tecnologia sia stata usata, ma è chiaro che si tratta di un attacco hacker sofisticato.

Questa tecnica è molto più efficace rispetto ai metodi tradizionali, perché consente ai ladri di agire indisturbati, senza dover manomettere fisicamente le pompe o attirare troppo l’attenzione. In alcuni casi, gli hacker hanno addirittura modificato i contatori delle pompe, facendo risultare l’erogazione di una quantità minore di carburante rispetto a quella effettiva.

Perché gli hacker prendono di mira le stazioni di servizio?

La risposta è semplice: il prezzo della benzina. Negli Stati Uniti, i costi del carburante hanno subito un aumento significativo, superando i 4 dollari al gallone (oltre 1 euro al litro). Per molti, un pieno rappresenta una spesa sempre più pesante, e c’è chi ha trovato il modo di approfittarne.

Fenomeni simili erano già stati segnalati nel 2022, quando la benzina aveva raggiunto livelli record. In quell’anno, la polizia aveva arrestato 22 hacker coinvolti in furti di carburante. Alcuni di loro dichiaravano di voler rivendere il carburante a prezzi più bassi, un po’ come moderni Robin Hood della benzina. Un gesto nobile? Forse. Ma nella maggior parte dei casi si tratta di traffici illeciti organizzati, che alimentano il mercato nero del carburante.

Le falle nella sicurezza delle pompe di benzina

Uno dei motivi per cui questi furti sono così frequenti è la scarsa sicurezza informatica delle stazioni di servizio. Molti distributori utilizzano sistemi di controllo antiquati e vulnerabili, che possono essere facilmente aggirati.

Secondo alcune inchieste, la responsabilità sarebbe da attribuire a due principali produttori di pompe di benzina negli Stati Uniti:

  • Wayne Fueling Systems, che utilizza un sistema di controllo con telecomandi acquistabili online, persino su eBay.
  • Gilbarco Veeder-Root, che protegge le sue pompe con chiavi standard, anch’esse facilmente reperibili su internet.

In pratica, chiunque con un minimo di competenze informatiche potrebbe tentare di hackerare una pompa di benzina. Basta trovare gli strumenti giusti, scaricare qualche guida dalla rete e il gioco è fatto.

Come fermare gli hacker del carburante?

Le autorità stanno cercando di arginare il fenomeno, ma non è semplice. La soluzione più ovvia sarebbe migliorare la sicurezza delle pompe, aggiornando i sistemi di controllo con protezioni più avanzate e meno vulnerabili agli attacchi digitali.

Tuttavia, un altro fattore determinante potrebbe essere la formazione del personale delle stazioni di servizio. In molti casi, i dipendenti non hanno alcuna preparazione in cybersicurezza e non sanno riconoscere i segnali di un attacco informatico in corso. Un’idea potrebbe essere quella di introdurre misure di monitoraggio più attente, come:

  • Segnalare comportamenti sospetti, ad esempio un’auto che fa rifornimento per un tempo anormalmente lungo.
  • Controllare periodicamente le transazioni delle pompe, per individuare eventuali anomalie.
  • Aggiornare i sistemi informatici con software di protezione più efficaci.

Alcune stazioni di servizio stanno già prendendo provvedimenti, ma c’è ancora molta strada da fare.

Benzina sempre più cara, furti sempre più frequenti

Il furto di carburante attraverso l’hacking delle pompe è un fenomeno che probabilmente continuerà a crescere finché il prezzo della benzina rimarrà elevato e le misure di sicurezza non saranno rafforzate.

Per ora, le forze dell’ordine possono solo inseguire i responsabili, mentre i distributori devono correre ai ripari per evitare ulteriori perdite. Nel frattempo, tra hacker sempre più creativi e distributori vulnerabili, il mercato nero del carburante sembra destinato a diventare un nuovo, redditizio business del crimine digitale.

Daniele Bianchi
Daniele Bianchi
Daniele Bianchi, nato a Milano nel 1980, è una figura di spicco nel giornalismo automobilistico italiano. Fin dalla giovane età ha nutrito una passione per le moto e le automobili, che lo ha portato a laurearsi in Comunicazione e Giornalismo all'Università di Bologna. Fondatore di Italiano Enduro, Daniele è conosciuto per la sua competenza tecnica e il suo stile narrativo coinvolgente.
Pubblicato in: Tendenze