La mortalità stradale continua a rappresentare una delle principali sfide per l’Unione Europea. Nel 2023, secondo un rapporto della Commissione Europea, sono state registrate 20.400 vittime sulle strade europee. Paesi come la Svezia vantano le strade più sicure (22 decessi ogni milione di abitanti), mentre la Bulgaria si trova all’opposto con 82 decessi per milione. Per affrontare questa emergenza, il Parlamento Europeo ha approvato diverse misure, tra cui l’introduzione del sistema ISA (Assistenza Intelligente alla Velocità), che sarà obbligatorio per le nuove auto vendute nell’UE a partire dal 1° luglio 2024.
Cosa cambia con l’ISA?
L’ISA rappresenta una vera rivoluzione nel controllo della velocità stradale. A differenza dei tradizionali limitori di velocità, già presenti su alcuni veicoli, questo sistema combina dati GPS e informazioni raccolte da telecamere integrate per monitorare in tempo reale i limiti di velocità.
Quando si supera il limite consentito, l’ISA invia un avvertimento visivo e sonoro. Se l’infrazione persiste, il sistema può intervenire in maniera più incisiva, riducendo la potenza del motore o aumentando la resistenza della pedaliera, costringendo l’automobilista a rallentare. Per molti, queste caratteristiche segnano un cambio di paradigma nel rapporto tra conducente e auto, suscitando reazioni contrastanti.

Obiettivi ambiziosi: verso la Vision Zero
L’introduzione dell’ISA si inserisce in un piano più ampio denominato “Vision Zero”, che punta a eliminare completamente le vittime della strada entro il 2050. Anche se questo traguardo appare ambizioso, gli esperti stimano che l’ISA possa già contribuire a una riduzione del 20% delle morti stradali nel breve termine.
Questo sistema è stato accolto positivamente da molte associazioni per la sicurezza stradale, che vedono nell’ISA un potente strumento per combattere l’eccesso di velocità, una delle principali cause di incidenti gravi. Tuttavia, non mancano le critiche: diversi automobilisti lo considerano una limitazione della libertà personale, sollevando questioni su quanto possa essere invasivo nella guida quotidiana.

Libertà o responsabilità?
La polemica intorno all’ISA riflette un dibattito più ampio: fino a che punto la tecnologia deve intervenire per garantire la sicurezza collettiva?
Chi si oppone a questa misura sostiene che l’ISA possa penalizzare l’esperienza di guida, rendendola meno naturale. Tuttavia, è importante ricordare che l’obiettivo principale è salvare vite umane. La libertà di guida non dovrebbe includere il diritto di mettere in pericolo gli altri. E voi, cosa ne pensate? L’ISA è una limitazione accettabile in nome della sicurezza o un’interferenza ingiustificata?