Jonathan Rea ritiene che il Mondiale Superbike debba seguire le orme della MotoGP rallentando le moto
Il sei volte campione del mondo Superbike Jonathan Rea ha preso l’abitudine di usare le sue incredibili capacità, accoppiate con una velocissima Kawasaki ZX-10RR per vincere sei titoli in sequenza, ma l’attuale pilota Yamaha pensa che le moto siano diventate troppo veloci per determinate condizioni.
Queste condizioni includono la corsa su circuiti dove la potenza generata dalle superbike da 1000 cc ci ha portato “al limite”. Rea, che ha vinto l’ultima volta un titolo Superbike nel 2020 prima che subentrasse il dominio di Toprak Razgatlioglu e Alvaro Bautista, ritiene che la serie debba seguire le orme della MotoGP.
Nel 2027 le moto MotoGP passeranno dai prototipi da 1000 cc a un motore da 850 cc di cilindrata inferiore, il che ridurrà le velocità sbalorditive attualmente raggiunte.
Parlando a Motorsport.com, Rea ha detto: “Le prestazioni dei motori e le velocità che stiamo raggiungendo ci stanno portando al limite sulle piste dove corriamo attualmente. Stiamo costruendo motori sempre più potenti e ottenendo tempi sempre più rapidi.
“Anche le gomme stanno migliorando sempre di più (e) questo si traduce in giri più veloci. Su alcuni circuiti le pareti non possono essere spostate ulteriormente indietro. Sono convinto che in futuro visiteremo piste dove la situazione non sarà peggiore. La MotoGP sta facendo un passo indietro e penso sia giusto che anche noi facciamo lo stesso”.
Ci sono varie altre modifiche alle regole che entreranno in gioco per la MotoGP nel 2027, tra cui il carburante sostenibile al 100% e il divieto di dispositivi Holeshot, ma il Mondiale Superbike, per ora, non è destinato a seguire l’esempio nel ridurre la potenza delle moto.
Il Mondiale Superbike ha comunque dimostrato di essere disposto a fare notevoli cambiamenti, dato che all’inizio della scorsa stagione è stato introdotto un peso minimo pilota/moto per rendere la serie più competitiva, anche se la brillantezza di Razgatlioglu a bordo della BMW M1000 RR ha fatto tutt’altro.