“Non serve rompere il motore, bisogna saper accelerare al momento giusto”, diceva un vecchio pilota, e aveva ragione. Spesso, quando ci troviamo a guidare una moto, la tentazione di spingere fino al limitatore di giri può sembrare irresistibile, ma in realtà è un errore che molti motociclisti, soprattutto i principianti, fanno. La verità è che questa pratica, piuttosto che aumentare le prestazioni, le riduce. E a dirlo non è un esperto qualunque, ma un campione del World Superbike (WSBK) e pilota di sviluppo MotoGP.
Short-shifting, la tecnica fondamentale per i top rider
Quando si tratta di ottenere il massimo dalla moto, “più è meno”, come spiega Sylvain Guintoli. La tecnica che i professionisti del motociclismo adottano per ottimizzare le prestazioni è il short-shifting, ovvero il cambio di marcia anticipato. In pratica, si cambia marcia prima di raggiungere il limite massimo di giri, evitando così di arrivare al limitatore, il cosiddetto “rupteur”.
Questa tecnica, che può sembrare controintuitiva, offre numerosi vantaggi, a cominciare dal fatto che permette di sfruttare tutta la potenza del motore senza dover spingere il regime fino al massimo. È bene ricordare che la potenza massima di un motore è spesso raggiunta prima che si arrivi al limitatore. Ad esempio, nel caso dell’Hypermotard 698 Mono, il limitatore è a 10.250 giri al minuto, ma la potenza massima è già raggiunta a 9.750 giri. In pratica, non arriveremo mai a toccare il limitatore in un uso sportivo.
Prendiamo come esempio la BMW R1250 GS: la potenza massima si trova a 7.730 giri, mentre il limitatore è a 9.000 giri. Ciò significa che, per ottenere il massimo, è preferibile cambiare marcia prima che il motore arrivi al limite, evitando inutili stress al motore e migliorando le prestazioni generali.
I vantaggi concreti del short-shifting
Il primo grande vantaggio del short-shifting è il miglioramento dei tempi sul giro. Evitare il limitatore permette di evitare la coupure de puissance (interruzione della potenza) che, in caso di superamento del limite, crea instabilità nel telaio e riduce la precisione della guida. Inoltre, questa tecnica limita i movimenti bruschi che potrebbero alzare la ruota anteriore, favorendo invece una spinta continua e costante, che si traduce in maggiore stabilità.
Un altro beneficio importante riguarda la velocità in curva. Quando si cambia marcia in anticipo, il freno motore viene ridotto e reso meno aggressivo, il che aiuta a migliorare la stabilità in ingresso e uscita di curva. Di fatto, questo approccio consente anche di migliorare la trazione, privilegiando il coppia piuttosto che la pura potenza. La moto diventa meno nervosa, rendendo la guida più fluida e sicura.
Inoltre, il short-shifting aiuta ad anticipare l’effetto di “enroulement de braquet”, che può causare uno stacco netto nell’accelerazione, specialmente quando si affrontano curve strette. In pratica, il motore gira più velocemente quando si è in piega, a causa della circonferenza ridotta del pneumatico sul lato, creando un effetto di moltiplicazione che può portare a un aumento improvviso del regime del motore.
Un miglior controllo della moto e una guida più fluida
Anche se molti motociclisti praticano il short-shifting senza saperlo, è una tecnica che può essere incredibilmente utile nelle situazioni quotidiane. Per esempio, quando si cambia marcia tra due curve su una strada montuosa, questa tecnica aiuta a ottenere la massima trazione senza essere aggressivi. La moto sembra quasi essere “sostenuta” dal motore, e la sensazione di stabilità è immediata. In situazioni come le uscite dai rotondi, il short-shifting consente di accelerare in modo più lineare e senza bruschi scossoni, migliorando il controllo generale.
Naturalmente, la sua efficacia dipende anche dal tipo di motore e dalla sua cilindrata. Su una moto con motore twin, per esempio, il cambio anticipato risulta molto vantaggioso, poiché consente di sfruttare al meglio il coppia senza perdere la stabilità.
In definitiva, spingere il motore fino al limitatore è una convinzione errata che molti motociclisti hanno. La verità è che cambiare marcia prima del limite non solo migliora le prestazioni, ma rende anche la guida più stabile e sicura. Che si tratti di una pista, di una strada di montagna o di un semplice rotondo in città, il short-shifting è una tecnica che ogni motociclista dovrebbe considerare per ottenere il massimo dalla propria moto.