Auto ibride con batterie irreparabili: i modelli da non acquistare

Scritto da Daniele Bianchi

Le auto ibride sono da sempre un’opzione interessante per chi cerca di ridurre il consumo di carburante senza fare il grande salto verso un’auto completamente elettrica. Tuttavia, ci sono alcune sorprese nascoste che potrebbero rendere questo tipo di veicolo meno conveniente di quanto si pensi, soprattutto quando si tratta della durata delle batterie.

Le auto ibride e la “trappola” delle batterie

Quando parliamo di auto ibride, ci riferiamo a modelli che combinano motori a combustione interna con motori elettrici, offrendo una buona autonomia e una certa flessibilità, soprattutto per chi teme i limiti delle auto completamente elettriche, come l’autonomia ridotta e la mancanza di punti di ricarica. Tuttavia, c’è un aspetto che molti non considerano prima di acquistare una vettura ibrida: le batterie.

Alcuni modelli di auto ibride, soprattutto quelli più economici o meno conosciuti, sono dotati di batterie che non solo sono difficili da sostituire, ma che, dopo un certo chilometraggio, diventano praticamente irrecuperabili. Le batterie non standard, difficili da reperire e dal costo elevato, rappresentano una delle principali problematiche. E qui nasce il vero dilemma: conviene davvero acquistare un’auto ibrida se, dopo 150.000 km, si rischia di trovarsi con una macchina inutilizzabile o con un costo di riparazione esorbitante?

Esperienze reali e modelli problematici

La compagnia croata EV Clinic, specializzata nell’assistenza di veicoli elettrici e ibridi, ha recentemente segnalato diversi casi di auto ibride che, dopo circa 150.000 km, erano praticamente fuori uso a causa della difficoltà di reperire batterie di ricambio. Tra i modelli più citati c’è la Mercedes Classe C 350e PHEV, un’auto che prometteva efficienza e prestazioni elevate, ma che, dopo un certo periodo, ha mostrato evidenti problemi di affidabilità legati alla batteria. La sostituzione della batteria di questo modello, infatti, può arrivare a costare migliaia di euro, rendendo l’auto quasi più costosa di una vettura completamente elettrica, ma senza gli stessi vantaggi in termini di efficienza e sostenibilità.

batteria
Una batteria gonfiata e fuori servizio di una Kia Optima PHEV // Fonte: EV Clinic

L’importanza della scelta oculata

Quindi, cosa fare? La soluzione non è necessariamente abbandonare l’idea di un’auto ibrida, ma piuttosto informarsi bene prima di acquistare. Oggi, ci sono veicoli ibridi che offrono una durata delle batterie molto più lunga, grazie a tecnologie avanzate e partnership con produttori di batterie affidabili. È fondamentale consultare le recensioni degli utenti, chiedere consiglio a esperti nel settore e, soprattutto, scegliere modelli che hanno dimostrato una buona affidabilità nel lungo periodo.

Nissan X-Trail e-Power
Nissan X-Trail e-Power // Fonte: Nissan

Inoltre, è importante considerare che l’evoluzione del mercato delle auto elettriche ha fatto passi da gigante. Le stazioni di ricarica sono sempre più diffuse e l’autonomia delle auto 100% elettriche è oggi molto più che sufficiente per la maggior parte degli automobilisti. Pertanto, se la preoccupazione principale è l’autonomia, potrebbe valere la pena dare un’occhiata più da vicino ai modelli completamente elettrici, che offrono benefici in termini di manutenzione e sostenibilità a lungo termine.

motore elettrico
Un motore elettrico guasto di una motorizzazione e-Power // Fonte: EV Clinic

Conclusione

L’acquisto di un’auto ibrida può sembrare una scelta razionale, ma è essenziale non farsi ingannare dall’idea che si tratti di una via di mezzo semplice ed economica. In realtà, alcuni modelli possono comportare costi nascosti molto elevati, specialmente quando si tratta di sostituire batterie irreparabili. La chiave sta nell’informazione: scegliere con attenzione il modello giusto e prendere in considerazione non solo il costo iniziale, ma anche i costi di manutenzione e le prospettive a lungo termine.

Daniele Bianchi
Daniele Bianchi
Daniele Bianchi, nato a Milano nel 1980, è una figura di spicco nel giornalismo automobilistico italiano. Fin dalla giovane età ha nutrito una passione per le moto e le automobili, che lo ha portato a laurearsi in Comunicazione e Giornalismo all'Università di Bologna. Fondatore di Italiano Enduro, Daniele è conosciuto per la sua competenza tecnica e il suo stile narrativo coinvolgente.
Pubblicato in: Tendenze